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Riforma elettorale, Forza Italia chiude la porta alle preferenze in lista

Fumata nera dallʼincontro tra Denis Verdini e il responsabile delle riforme del Pd, Maria Elena Boschi. Intanto il ministro Franceschini spara contro le preferenze. Alfano no: "I cittadini devono conoscere chi votano"

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Nessuna apertura di Forza Italia sulle preferenze. Sarebbe questo l'esito dell'incontro, secondo fonti parlamentari, tra Denis Verdini e Maria Elena Boschi. Fi potrebbe invece concordare su un innalzamento della soglia dal 35 al 38 per cento. Sulle preferenze in lista si era invece espresso negativamente Dario Franceschini: "Vedo che sono diventate popolarissime ma sento il dovere morale di dire che oggi sarebbe un errore enorme reintrodurle".

Reintrodurre le preferenze sarebbe un errore, per Franceschini, "non soltanto perché farebbero quasi certamente saltare l'intesa raggiunta ma molto di più per i danni al sistema politico e alla sua trasparenza". Le preferenze, spiega, "come tutti sanno, farebbero aumentare a dismisura i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, con tutti i rischi connessi, non sempre porterebbero in Parlamento i migliori e comunque lo priverebbero della presenza di competenze e professionalità indispensabili".

Alfano: "Servono le preferenze, faccio appello a Berlusconi" - "Faccio un appello a Silvio Berlusconi e spero che sul no alle preferenze elettorali si ravveda". Lo ha detto Angelino Alfano intervistato da Mattino Cinque. "Del resto, Matteo Renzi ha già detto di essere favorevole e non si comprende - ha aggiunto il vicepremier e leader di Ncd - per quale ragione le preferenze ci siano nei comuni, nelle regionali e nelle europee mentre dovrebbero essere cancellate nelle elezioni politiche nazionali". Alla domanda se in caso di mancato "ravvedimento" di Berlusconi salterebbe tutto, Alfano ha risposto: "Possiamo assicurare che Ncd farà le sue scelte a viso aperto e non agirà nell'ombra". "Debbono essere i cittadini - ha aggiunto il leader di Ncd - a scegliere i loro rappresentanti. I cittadini debbono conoscere il citofono di casa del loro eletto".