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Pd, l'addio di Cuperlo già deciso

Bocciata dalla minoranza la linea dura contro Renzi. E il presidente lascia

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ansa

Aveva già deciso di dimettersi. Pare, quindi, aspettasse solo l'occasione giusta. Gianni Cuperlo, ormai ex presidente del Pd a guida Renzi, aveva scelto la linea dura, proponendo alla minoranza del partito da lui rappresentata, di votare contro la relazione del segretario, il giorno della direzione del Pd. Invece accade che la sua idea venga bocciata spingendo Cuperlo a lasciare, ben prima dello strappo renziano.

Il retroscena, svelato dal Corriere della Sera, fa un po' di chiarezza, politica e non solo cronologica, all'interno delle roventi ore che hanno surriscaldato il Pd, dopo la plebiscitaria adesione alla linea di Renzi sulla legge elettorale. Cuperlo quindi pareva pentito fin da subito di aver accettato la presidenza del partito, meditando un'opposizione dura dall'interno. Opposizione che doveva appunto partire dal no secco alla relazione di Renzi

Invece la minoranza cuperliana non ha appoggiato il suo leader, che diventa minoranza nella minoranza. Da qui la decisione di dimettersi, ben prima dell'affondo di Renzi, che infatti, comprendendo come Cuperlo avesse già deciso "a prescindere", non si è nemmeno troppo scaldato nel convincerlo a ritirare le dimissioni. Ora quindi la partita, all'interno degli sconfitti da Renzi, si sposta sul nome del leader: Cuperlo pare non essere più rappresentativo. Con Fassina ed Epifani in pole position. A patto, fa sapere Renzi, che siano una corrente dialogante.