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Napolitano: "L'Ue ha dato delusione ma dall'unione non si torna indietro"

Il presidente della Repubblica intervistato da Fabio Fazio parla delle prossime elezioni per il parlamento di Strasburgo

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"Il timore è che se si avessero forti rappresentanze euroscettiche nel Parlamento diventerebbe più faticoso il cammino. Io non credo ad un'Europa che torni indietro, anche con tutti coloro che arrivassero da euroscettici al Parlamento europeo". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una intervista a Fabio Fazio. "C'è delusione perché davanti alla crisi l'Ue ha reagito tardi, ma questa Europa ci ha dato 60 anni di pace".

Napolitano: "LʼUe ha dato delusione ma dallʼunione non si torna indietro"

Ridurre il debito per i nostri figli - - "Quando si parla di necessità assoluta di ridurre il debito pubblico in Italia, non si dice abbastanza che lo si deve fare non perché ce l'ha chiesto l'Europa ma perché è un dovere verso i giovani. Quando diciamo che dobbiamo sbarazzarci di questo fardello pensiamo soprattutto a loro". Lo ha sottolineato il presidente Napolitano che poi si è soffermato sulle richieste di Bruxelles ai Paesi dell'Unione. "Ce lo chiede l'Europa" non è una cattiva parola però suscita molti equivoci nel senso del significato più nobile o nell'uso più nobile che ne è stato fatto. Fu adoperata anche da uomini di governo italiani europeisti i quali ritenevano che per sbloccare certe situazioni in Italia, per determinare cambiamenti che erano necessari ma che tardavano a venire, occorresse una sollecitazione, una richiesta, una frusta dell'Europa".

Un fardello da 80 miliardi - "Perché in Italia - ha aggiunto il capo dello Stato - si è stati bravissimi nel gestire questa montagna di debito pubblico, bravissimi nel regolare le emissioni di titoli pubblici, nel controllare i tassi di interesse, ma ce lo portiamo sempre sulle spalle". "Se lei pensa - ha detto replicando a Fazio - che oggi 80 miliardi di euro in un anno vanno pagati per gli interessi sui titoli del debito possiamo lasciare questo fardello sulle spalle dei giovani? Quindi, non solo ai giovani bisogna aprire delle prospettive di realizzazione e di lavoro, ma bisogna anche garantire che non debbano continuare a pagare per il debito che hanno contratto le generazioni più anziane".