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Donald Trump: "Se divento presidente prima di tutto viene l'America"

Le linee guida del front-runner repubblicano dal nucleare che "ha bisogno di essere modernizzato" alla tensione con la Russia che "deve essere allentata". Poi lʼaffondo a Obama e alla Clinton

"Prima l'America".

E' la linea guida che seguirà Donald Trump se dovesse diventare presidente degli Stati Uniti. Lo ha detto lo stesso candidato alle primarie del partito repubblicano parlando da Washington. Il tycoon ha quindi attaccato la politica estera che è stata "un vero disastro" dopo la caduta del muro di Berlino, dalla guerra in Iraq all'Egitto, dalla Libia alla Siria. L'arsenale nucleare invece "ha disperato bisogno di essere modernizzato".

L'affondo a Barack Obama e Hillary Clinton - L'eredità di Obama è "debolezza, confusione, disordine. Un casino". In Medio Oriente "c'è più caos" e "non abbiamo fatto nulla per aiutare i cristiani". Trump ce l'ha anche con Hillary Clinton, criticata per gli attacchi di Bengasi, in Libia, quando la candidata democratica era segretario di Stato. Tornando ad attaccare il capo della Casa Bianca ha ribadito che "non è amico di Israele. Ha trattato meglio e con più amore l'Iran", che "non avrà mai un'arma nucleare", se lui diventerà presidente.

"Allentare le tensioni con la Russia" - "Allentare le tensioni con la Russia è assolutamente possibile, da una posizione di forza", ha poi sottolineato. Su Mosca e Pechino ha affermato che "bisognerebbe cercare un terreno comune in base agli interessi comuni nonostante le divergenze". "La Cina rispetta la forza", ma gli Stati Uniti hanno perso tutto il rispetto "lasciando che si approfittasse di noi".

"Alleati Nato paghino di più per la difesa altrimenti si difendano da soli" - Nell'ipotesi in cui dovesse divenire presidente degli Stati Uniti Trump pensa di far pagare "di più i nostri alleati Nato oppure si difendano da soli". Il magnate di New York ha sottolineato che su 28 Paesi solo quattro spendono il 2% del Pil in Difesa.

"Truppe all'estero solo se necessario" - Mandare le truppe in un Paese straniero solo se "assolutamente necessario" e con un piano per "la vittoria con la V maiuscola". Il candidato repubblicano ha ribadito: "Non manderò mai i nostri soldati in battaglia se non necessario, voglio dire se non assolutamente necessario".

"Con me alla Casa Bianca, l'Isis avrebbe i giorni contati" - L'Isis "ha i giorni contati": parola di Donald Trump che promette di mettere a dura prova il Califfato. "Ora siamo troppo prevedibili, annunciamo le truppe e arrivano le truppe... dobbiamo essere più imprevedibili. Con me alla presidenza l'Isis scomparirà velocemente, molto velocemente", ha garantito.