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Il fenomeno della fuga dei pensionati

Nel 2014 sono stati 5.345 gli italiani che hanno percepito una pensione all'estero, il 65% in più rispetto al 2013

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Si parla molto della riforma delle pensioni che potrebbe entrare nella legge di Stabilità 2016. I pensionati sono una delle categorie che più ha sofferto l'impatto della crisi (assegni ridotti, conseguente calo del potere d'acquisto…), eppure in molti casi si sono rivelati una risorsa preziosa, quasi un'ancora di salvataggio, per tante famiglie in difficoltà.

Secondo Confesercenti, tra il 2008 ed il 2014, in media i pensionati hanno perso 1.419 euro di potere d'acquisto pro capite, circa 118 euro al mese. Questo anche perché, per esempio, su un assegno pari a 1,5 volte il trattamento minimo dell'Inps pagano in tasse circa il 9,17% dell'importo.

Non a caso ogni anno, secondo l'Inps, il numero dei pensionati che scappano dall'Italia è sempre maggiore. Un tempo si assisteva alla fuga dei cervelli, ora è in atto – fatto di per sé curioso – una vera e propria fuga dei pensionati, che vanno alla ricerca di luoghi in cui il costo della vita è più sostenibile.

Stando al rapporto World wide dell'Istituto nazionale di previdenza sociale sono stati, infatti, 5.345 gli italiani che hanno percepito una pensione all'estero, il 65% in più rispetto al 2013. Stiamo parlando di un fenomeno che tra il 2010 e lo scorso anno è più che raddoppiato mettendo a segno una crescita di 109 punti percentuali.

Il problema di tutto ciò è che le pensioni erogate dal nostro Paese a italiani che vivono all'estero non rientrano in Italia, comportando quindi un mancato ritorno dal punto di vista dei consumi, ma anche dal punto di vista fiscale. In poche parole si tratta di soldi persi, e la cifra non è neanche di piccola entità.

Ogni anno l'Inps eroga a pensionati italiani all'estero (nel complesso verso 150 Paesi) circa 400mila trattamenti pensionistici per un importo di oltre un miliardo di euro.

Una perdita compensata in parte dalle 198.430 persone nate prima del 1949 ed immigrate in Italia che hanno versato contributi pari a tre miliardi di euro, tuttavia senza percepire pensioni erogate dalle casse dell'Inps né tantomeno rimborsi della contribuzione.