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Un principe scultore: Paul Troubetzkoy

Una mostra al Museo del Paesaggio di Verbania ne celebra i 150 anni della nascita

George Bernard Shaw, Lev Tolstòj, Giacomo Puccini, Gabriele D'Annunzio, Giuseppe Garibaldi, Ettore Bugatti, Mary Pickford, ma anche uno stuolo di baroni, conti e nobildonne i cui nomi oggi sono andati nel dimenticatoio, per non parlare di orsi, cani, cavalli e cammelli, fanno tutti parte di una grande e eterogenea famiglia di figure in gesso, cera o bronzo, uscite dalle mani di un eccentrico aristocratico sognatore con la vocazione per la scultura: Paul Troubetzkoy.

Secondogenito del principe russo Pietro e della cantante americana Ada Winans, fratello di Pierre (pittore) e di Luigi (ingegnere e imprenditore), Paul Troubetzkoy (1866-1938) vive da protagonista la Milano di Gola e Mosé Bianchi, la Parigi di Rodin, la Russia di Tolstoj, la Londra di Sargent e l'America dei primi divi del cinema. Spesso egli ospita tutto quel bel mondo nei salotti delle sue tante dimore, come si usava fare a quel tempo e come lo aveva educato fin da piccolo mamma Ada, nella loro meravigliosa villa di Ghiffa, dove Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni erano di casa.

Fondamentalmente autodidatta (se si esclude un brevissimo apprendistato prima da Donato Barcaglia e poi da Ernesto Bazzaro), la scultura di Troubetzkoy affonda le radici nell'arte del proprio tempo, nella scapigliatura, nelle superfici mosse del Grandi e del Bistolfi, nel palpito di una materia che si frantuma e guizza per accogliere la luce e l'aria; ma poi, ha anche saputo evolversi, con l'avanzare del XX secolo, verso una sintesi e una pulizia delle superfici in linea con quando stava accadendo intorno a sé.

Memorabili restano opere come Abbraccio materno (1898 c.), con i profili di una madre e di un figlio che sembrano nascere direttamente dai flutti della materia che gorgoglia ancora sotto di loro (alla maniera di Rosso, per capirci); la bella Fanciulla che si pettina o Dopo la posa che per le linee asciutte dell'abito e del volto appartiene già al 900, ma anche i tanti ritratti di Vaska, il suo fedele cane lupo che con l'orso e altri animali formavano un piccolo e personale zoo.

A ricordare i 150 anni della nascita dello scultore, con una mostra di tutte le sculture dell'artista (che, ricordiamo, è presente in molti dei più importanti musei del mondo: dalla Tate di Londra, all'Orsay di Parigi, al Getty di Los Angeles) ci ha pensato il Museo del Paesaggio di Verbania, tra le cui collezioni ha anche l'intera gipsoteca dell'artista. Per il Museo (che qualche tempo fa ho avuto il piacere di dirigere) è anche l'occasione di mostrare il suo nuovo allestimento, dopo i restauri dello storico palazzo che lo ospita.

150 Treoubetzkoy 1866 – 2016
Palazzo Viani Dugnani
Via Ruga 44 Verbania – Pallanza
4 giugno – 30 ottobre 2016