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Don Ciotti risponde a Riina: "La lotta contro la mafia è fedeltà al Vangelo"

In una intercettazione il superboss minaccia il fondatore di Libera: "È come don Pino Puglisi, possiamo pure ammazzarlo". Rafforzata la scorta al sacerdote, che replica: "Non mi paragono a Don Puglisi, io un uomo piccolo e fragile. Faccio parte della Chiesa che interferisce"

papa don ciotti
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In una intercettazione Totò Riina minaccia dal carcere don Luigi Ciotti, in prima linea contro la mafia. "Questo prete è una stampa e una figura che somiglia a padre Puglisi, putissimu pure ammazzarlo. Salvatore Riina, uscendo, è sempre un pericolo per lui... figlio di p...", ha detto il capo di Cosa nostra, conversando in carcere con il boss pugliese Alberto Lorusso. Rafforzata la scorta al sacerdote, che replica: "Lotta alla mafia è fedeltà al Vangelo".

Secondo quanto riporta La Repubblica, le parole pronunciate da Riina e intercettate il 14 settembre 2013, alla vigilia del ventesimo anniversario dell'omicidio di don Pino Puglisi, mettono subito in allarme gli investigatori della Dia di Palermo.

Viene avvertita la procura antimafia. Parte anche una nota riservata al Viminale, per sollecitare nuove misure di sicurezza attorno a don Luigi.

Don Ciotti: "Contro la mafia seguo il Vangelo" - "Per me l'impegno contro la mafia è da sempre un atto di fedeltà al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi. Al suo richiamarci a una 'fame e sete di giustizia' che va vissuta a partire da qui, da questo mondo". Così don Luigi Ciotti ribadisce dopo le minacce di Riina.

"Non mi paragono a Puglisi, sono piccolo e fragile" -
"Riguardo don Puglisi, che Riina cita e a cui non oso paragonarmi perché sono un uomo piccolo e fragile, un mafioso divenuto collaboratore di giustizia parlò di 'sacerdoti che interferiscono'. Ecco io mi riconosco in questa Chiesa che 'interferisce'", ha poi aggiunto.

"Minacce rivolte a Libera, solo con un noi si combatte mafia" -
"Le minacce di Totò Riina dal carcere sono molto significative. Non sono infatti rivolte solo a Luigi Ciotti, ma a tutte le persone che in vent'anni di Libera si sono impegnate per la giustizia e la dignità del nostro Paese. Cittadini a tempo pieno, non a intermittenza", ha dichirato il sacerdote commentando le intercettazioni del boss di Cosa Nostra. "Solo un 'noi', non mi stancherò di dirlo - ha proseguito - può opporsi alle mafie e alla corruzione. Libera è cosciente dei suoi limiti, dei suoi errori, delle sue fragilità, per questo ha sempre creduto nel fare insieme, creduto che in tanti possiamo fare quello che da soli è impossibile".

"Le mafie sanno fiutare il pericolo - ha spiegato -. Sentono che l'insidia, oltre che dalle forze di polizia e da gran parte della magistratura, viene dalla ribellione delle coscienze, dalle comunità che rialzano la testa e non accettano più il fatalismo, la sottomissione, il silenzio". "Queste minacce - ha affermato don Ciotti tornando a parlare di Riina - sono la prova che questo impegno è incisivo, graffiante, gli toglie la terra da sotto i piedi". "Siamo al fianco dei famigliari delle vittime, di chi attende giustizia e verità, ma anche di chi - ha sottolineato - caduto nelle reti criminali, vuole voltare pagina, collaborare con la giustizia, scegliere la via dell'onestà e della dignità. Molti familiari vanno nelle carceri minorili dove sono rinchiusi anche ragazzi affiliati alle cosche".