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Esplosione palazzina Milano, il fermato: "Non volevo uccidere"

Giuseppe Pellicanò ha deposto davanti al gip che deve decidere sulla sua permanenza in carcere

Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario fermato due giorni fa con l'accusa di strage per l'esplosione della palazzina di Milano nella quale sono morti l'ex compagna e una coppia di fidanzati, non ricorda l'accaduto.

Interrogato dal gip, ha raccontato che aveva "preso farmaci", e non ricorda di aver smontato il tubo del gas. Ma sostiene di non aver "mai avuto intenzione di uccidere né Micaela né le mie bambine", rimaste ferite.

L'uomo, nell'interrogatorio di convalida del fermo, ha risposto alle domande, ma come ha riferito il suo legale, Giorgio Perroni, "in questo momento è confuso". Il giudice lunedì depositerà il provvedimento relativo alla richiesta di convalida del fermo e dell'applicazione della custodia cautelare in carcere per il pubblicitario.

"Non conoscevo i piani futuri della mia ex" - Pellicanò sapeva che la ex compagna, Micaela Masella, con cui era separato in casa da due anni, aveva un altra relazione ma non era a conoscenza del suo nuovo progetto di vita e cioè che aveva deciso di andare a vivere con il fidanzato, Salvo Manganaro, con cui aveva già preso una casa in affitto. Nel corso dell'interrogatorio avvenuto nel carcere di San Vittore, l'uomo ha detto più volte di non ricordare "bene quello che ho fatto" nella notte tra l'11 e il 12 giugno per via dei farmaci che prende, essendo in cura per problemi di depressione. Pellicanò è "dispiaciuto e preoccupato" e ha negato di aver mai avuto "rabbia" nei confronti della ex, semmai "soffrivo" per la separazione.