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Lettera di una madre al ministro Cancellieri: "No allo svuota carceri"

Dopo aver perso suo figlio Andrea De Nando travolto e ucciso da unʼauto, la signora chiede certezza delle pene per i pirati della strada

Andrea de nando peschiera borromeo
tgcom24

Sono passati quasi tre anni da quando Elisabetta Cipollone ha perso suo figlio Andrea Di Nando, investito a Peschiera Borromeo mentre attraversava le strisce pedonali.

Ancora con il dolore che strazia il cuore ha deciso di scrivere i suoi pensieri al Ministro Cancellieri giusto per la fine dell'anno. Qui di seguito la lettera integrale...

Egregio Ministro Cancellieri,
ho atteso la fine di questo anno terribile per esprimerle il mio dissenso più profondo nei confronti del nuovo decreto svuota carceri.
Sono la mamma di un ragazzo ucciso dall'irresponsabilità alla guida altrui. Un pomeriggio di tre anni fa, Andrea attraversava la strada, a piedi ad un incrocio con il semaforo verde e sulle strisce pedonali (tutto agli atti processuali), noi lo stavamo aspettando ma mio figlio a casa non è mai rientrato. Alta velocità in pieno centro urbano e il non rispetto delle più elementari regole del Codice Stradale hanno posto fine alla sua vita a soli 15 anni.

Inutile raccontarle lo strazio quotidiano che ci troviamo a dover vivere, questa vita spezzata che ha distrutto al contempo le esistenze di chi tanto lo amava..
Ciò su cui mi voglio soffermare in questo momento è il dissenso misto ad indignazione, verso il decreto svuota carceri da Lei emanato ed approvato pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri. Non posso e non voglio entrare in merito al suddetto decreto, e neppure in merito alle sanzioni della Corte di Strasburgo e alle sollecitazioni continue del Presidente della Repubblica, ciò che mi preme sottolineare è il senso di assoluta ed ulteriore Ingiustizia che emerge leggendo le dichiarazioni al riguardo.
“Nessuno tocchi Caino”, e su questo potrei anche concordare, ma sentirvi parlare di diritti dei detenuti quale fosse unica ed essenziale priorità senza MAI aver fatto un solo cenno ai diritti delle Vittime, è totalmente e completamente Ingiusto!
Leggo poi che è prevista l'introduzione del Garante dei Diritti dei detenuti e qui credo si sia toccato il fondo.
E noi Ministro, quali diritti abbiamo? Qualcuno di lorsignori si è mai preoccupato ed occupato di tutta quella schiera di persone che quei reati li ha subiti? Perché dal Vostro decreto non è emersa in alcun modo, l'esigenza di istituire un Garante per i Diritti delle Vittime che, quantomeno, riequilibrerebbe la situazione venutasi a creare? Esistiamo anche noi sa Signor Mnistro?
Esiste tutta una schiera di persone che quei reati li ha subiti e che, allo stato attuale, non gode di alcuna attenzione da parte delle Istituzioni. A cominciare dalle aule dei Tribunali nelle quali,durante il processo penale, sebbene rappresentiamo la parte lesa in assoluto, non ci è neppure concesso di proferire una sola parola, che dico neppure un cenno con il capo pena l'espulsione immediata e garantita dalle aule ed il tutto sperimentato personalmente e sulla mia pelle (ma tutto cio' Lei lo saprà perfettamente).
..E potrei andare avanti all'infinito poiché il percorso che ci troviamo a dover affrontare , nostro malgrado,è pieno fino all'inverosimile di diritti calpestati o neppure mai acquisiti, se non uno: quello di morire, di una morte lenta però, quella della sopravvivenza a chi e' stato strappato alla Vita e al nostro amore.
Ai lettori e a Lei lascio trarre le conclusioni di una situazione Insostenibile, inaccettabile, incredibile e per concludere, nella speranza che il mio messaggio possa arrivarLe, vorrei lasciarLa con una riflessione che riassume quanto finora detto: Il mio paese non può istituire un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, o meglio potrebbe farlo, se avesse già provveduto ad istituire un garante nazionale per i diritti delle Vittime.
Il mio paese non può non considerare e annullare la dignità di chi quei reati li ha subiti..
Il mio paese non può non dire mai una sola parola a garanzia di chi si trova a vivere un destino che non ha scelto.
Il mio paese non può fare tutto ciò
Credevo questo fosse il mio amato paese!

Elisabetta Cipollone mamma di Andrea De Nando, morto ammazzato il 29/01/2011