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Roma, il tribunale sblocca il servizio Uber Black

La società "felice" per la sentenza, ma chiede di "aggiornare la normativa datata". I tassisti: "Resta un servizio abusivo nonostante la sentenza"

Roma, il tribunale sblocca il servizio Uber Black - foto 1
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Il tribunale di Roma ha revocato la propria ordinanza del 7 aprile con cui era stato disposto il blocco su tutto il territorio nazionale di Uber Black, il servizio classico della multinazionale, e l'oscuramento dell'omonima app.

Il Gruppo Uber - di cui il tribunale ha accolto il reclamo, respingendo il ricorso dei tassisti - potrà continuare a operare in Italia attraverso Uber Black. Gli altri servizi, Uber Pop e Uber X, continuano a essere vietati.

Con la sentenza, il Tribunale di Roma ha così dato attuazione alla decisione del Parlamento di sospendere fino al 31 dicembre alcune norme della legge nazionale che disciplina il settore taxi e noleggio con conducente. La sospensione era stata introdotta nella legge di conversione del decreto Milleproroghe con il cosiddetto "emendamento Lanzillotta" e aveva scatenato le proteste dei tassisti a febbraio.

Dopo la sentenza, i vertici di Uber si sono detti "felici", segnalando però che "ora più che mai è forte l'esigenza di aggiornare la normativa datata ancora in vigore, così da consentire alle nuove tecnologie di migliorare la vita dei cittadini e la mobilità delle città".

Per Federico Rolando, portavoce di Federtaxi, Uber Black continua però a essere "un servizio completamente abusivo", e la sentenza è la prova che "la politica e i veri poteri forti hanno avuto la meglio". Federtaxi esprime "sconcerto" per la decisione e annuncia che "continueremo a lottare per il nostro lavoro contro ogni forma di abusivismo e in tutte le sedi".