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Prostituzione, ddl al Senato per riaprire e regolarizzare le case chiuse

Il testo, condiviso da esponenti di diversi partiti, è stato calendarizzato al Senato. Le prostitute dovranno pagare le tasse e comunicare alla Camera di commercio lʼinizio delle attività

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-afp

E' calendarizzato al Senato un disegno di legge che affronta il tema della prostituzione e interviene anche sul caso delle zone a luci rosse, proposte a Roma per contenere il fenomeno del sesso a pagamento. "E' davvero una buona notizia", afferma la senatrice del Pd Maria Spilabotte, firmataria insieme alla collega Monica Cirinnà del ddl che prevede il riconoscimento della prostituzione come un qualsiasi lavoro, con tanto di regole del mercato.

La direzione è quella di regolarizzare il mercato della prostituzione con case chiuse autogestite, zone a luci rosse nelle città, abolizione del reato di favoreggiamento, uso obbligatorio del profilattico e per le prostitute il pagamento delle tasse e la comunicazione l'inizio delle loro "attività" alle Camere di commercio. Il disegno di legge bipartisan (è stato firmato anche da Alessandra Mussolini e da altri senatori di Forza Italia, anche da esponenti di Se e Movimento 5 Stelle) inizierà nelle prossime settimane l'iter alla commissione Affari costituzionali e Giustizia del Senato.

Tra le misure principali del testo c'è quella dell'abolizione del reato di favoreggiamento perché, spiega Spillabotte a Repubblica "oggi per una escort è impossibile affittare un appartamento alla luce del sole, perché il proprietario può essere accusato. Così molte lucciole sono costrette ad esercitare in strada, mentre potrebbero riunirsi e lavorare in un luogo protetto... La prostituzione, ricordiamolo, non è reato. Sono crimini invece lo sfruttamento e la tratta". Oltre a questo in discussione andrà anche la questione dei quartieri a luci rosse, tornati alla ribalta dopo l'ordinanza di Roma Capitale sulla creazione di una "red zone" all'Eur.

Ma il cammino non sarà facile, visto che su quest'ultimo tema il Partito democratico è già diviso, con la consigliera per le Pari opportunità del governo Renzi che ha appoggiato la proposta del sindaco Ignazio Marino, mentre Palazzo Chigi che si è subito smarcato: "Le valutazioni sulle zone rosse della prostituzione a Roma, espresse dall'onorevole Giovanna Martelli "non corrispondono alle posizioni, né sono impegnative per il governo", sottolineano fonti dell'esecutivo.