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Terrorismo, al vaglio premi per chi collabora e immunità per gli 007

I servizi segreti potranno avere colloqui con detenuti, finora vietati dalla legge. Allʼesame anche speciali "garanzie funzionali"

Marco Minniti
ansa

Permesso di soggiorno per gli informatori degli 007. E' questa una delle misure predisposte dal sottosegretario con delega ai Servizi, Marco Minniti, per il pacchetto anti-terrorismo che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri mercoledì.

Tra i "nuovi strumenti di acquisizione informativa" per l'intelligence, il provvedimento indica appunto il rilascio di permessi di soggiorno a "fini informativi", un modo per riconoscere ed incentivare il contributo delle fonti utilizzate dai servizi nella tutela contro la minaccia jihadista.

Confermata anche, come era emerso nei giorni scorsi, la possibilità per gli 007 di avere colloqui con detenuti, finora vietati dalla legge e garanzie funzionali per gli agenti che operano in scenari ad elevato rischio, come la possibilità di testimonianza con identità falsa.

Inoltre, si prevedono 100 assunzioni nei prossimi tre anni nell'intelligence per acquisire specialisti sul radicalismo islamico, sulla conoscenza delle lingue rare e sulla sicurezza cibernetica. Il costo del reclutamento straordinario di queste professionalità e' pari a 5 milioni di euro.

A ostacolare il decreto antiterrorismo che doveva essere presentato nei giorni scorsi slittando poi alla prossima settimana, ci sarebbe poi una specifica richiesta del Copasir: la concessione di maggiori "garanzie funzionali" agli 007 infiltrati nei gruppi terroristici. La legge di riforma dell'intelligence - la 124 del 2007 - definisce già oggi le garanzie funzionali per gli agenti, la possibilità cioè di compiere una serie di reati senza essere puniti, se ciò è indispensabile alle finalità istituzionali dei servizi. Queste condotte illecite devono essere autorizzate dal presidente del Consiglio o dall'Autorità delegata.

Ma ci sono reati che uno 007 può compiere: quelli che "mettono in pericolo la vita, l'integrità fisica, la personalità individuale, la libertà personale, la libertà morale, la salute, l'incolumità di una o più persone". E ci sono poi altri 'paletti' che ora si vorrebbero eliminare, consentendo così, per esempio, a un agente segreto sotto copertura di rispondere col nome falso in caso di procedimento avviato nei suoi confronti, in modo da poter mantenere la copertura. E, in caso, deve anche poter andare in carcere, cosa che oggi è proibita. Queste nuove "speciali cause di giustificazione" dovranno esse introdotte solo nelle operazioni antiterrorismo.