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Italia espelle marocchino: voleva avvelenare l'acquedotto di Roma | Video

In carcere il 37enne aveva manifestato il proprio compiacimento in occasione dellʼattentato al Museo del Bardo di Tunisi

Il ministero dell'interno ha deciso l'espulsione di un cittadino marocchino per motivi di sicurezza dello Stato.

Si tratta di un 37enne, detenuto per reati comuni. In carcere aveva manifestato il proprio compiacimento in occasione dell'attentato al Museo del Bardo di Tunisi, e aveva aggiunto che non avrebbe avuto difficoltà ad entrare nello Stato Vaticano per compiere atti violenti o ad avvelenare la rete idrica di Roma.

Subito dopo l'attentato al Museo del Bardo di Tunisi l'uomo affermò di ritenere l'attacco "una giusta risposta all'intervento militare della Coalizione internazionale nei Paesi di religione musulmana". Inoltre, in carcere aveva fatto parte di un sodalizio attivo nel proselitismo estremista guidato da un altro jihadista tunisino, legato all'ideologia dell'autoproclamato stato islamico.

Proprio per le sue esternazioni e i suoi comportamenti, il 37enne era stato inserito dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria nel "primo livello di analisi (Alto)". Nel giugno 2015, insieme ad altri detenuti, aveva organizzato una violenta spedizione punitiva nei confronti di un altro recluso. L'uomo è stato rimpatriato con accompagnamento nel suo Paese di provenienza, con un volo diretto in Marocco decollato da Fiumicino.

Questo è il 71esimo rimpatrio del 2017, mentre sono  203 le espulsioni di soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso eseguite dal gennaio 2015 ad oggi.