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Caivano, la teste: "Stava addosso a Fortuna, poi l'ha buttata giù"

Ora ha 11 anni ed è stata allontanata dalla famiglia. Lei stessa è stata vittima di soprusi: "Durante le violenze mi diceva: lʼho uccisa"

Centotrenta pagine per raccontare l'orrore di Caivano.

Giovanissime vittime, atroci testimonianze che inchiodano Raimondo Caputo, vicino di casa della piccola Fortuna, violentata e gettata dall'ottavo piano.  "Ho visto che lui la buttava giù". A parlare è una bambina di undici anni, all'epoca dei fatti ne aveva nove. A marzo raccontava al pm: "Stavamo a casa. Mia mamma in cucina. Io stavo lavando per terra. Chicca è venuta a bussare alla porta. Mi ha detto: vuoi giocare? Io ho detto: aspe' sto lavando per terra. Si è seduta, ha detto "mi fanno male scarpe", usciva a cambiarle e risaliva". "Chicca con chi è uscita?", chiede il magistrato. "Con Caputo Raimondo sono saliti su. Abbiamo visto che lui la buttava giù". Alla psicologa racconta: "Stava sdraiata. Anche lui sdraiato e si buttava addosso, Chicca gli dava i calci, poi lui la prende in braccio e la butta giù".

La stessa bambina che ha permesso l'incriminazione dell'uomo è stata vittima di violenze "tutti i giorni". "Mamma si dimenticava la borsa a casa. Lui diceva: accompagnami a casa". Durante le violenze l'uomo avrebbe ammesso alla bambina il delitto della piccola amica: "Ha detto che ha ucciso Chicca"La ragazzina da quando è stata allontanata dalla famiglia affida i suoi pensieri a un diario segreto che il pm ha potuto visionare. Ad aprile ha scritto: "Finalmente ho detto la verità, sono più tranquilla, sono felice, lui deve pagare per quello che ha fatto".

Le intercettazioni Caputo diceva alla compagna: "Vuoi vedere che là sopra.. c' è il sudore... il sudore mio". E ancora in un altro dialogo: "Ma forse la traccia di quando io le diedi un morso sulla gamba". La paura di essere scoperto, l'omertà dei vicini. Una donna il cui appartamento all'ottavo piano confina col terrazzo della morte aveva trovato la scarpetta destra di Fortuna. Se n'è disfatta senza raccontare nulla agli inquirenti. La verità è emersa da una conversazione con il figlio registrata dalle microspie: "Eh, 'o fatto da scarpetella... Io l' ho buttata io, non lo voglio dire a nessuno, perché sono venute le guardie e volevano la scarpetella da qua, da me".