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Integratori dai rifiuti: 4 arresti

Operazione del Corpo forestale

Riutilizzavano grandi quantità di rifiuti per ricavarne non solo farine animali, ma anche concimi, fertilizzanti o addirittura collagene e gelatine impiegati come integratori alimentari e prodotti a uso cosmetico.

A scoprire il traffico sono stati gli uomini del Corpo forestale dello Stato, che hanno arrestato quattro persone, tre nel Brindisino e una nel Salernitano. Per loro l'accusa è di associazione per delinquere e traffico illecito di rifiuti.

Le indagini, partite nel novembre del 2006 nel centro-Sud d'Italia, hanno interessato tutte le fasi del procedimento industriale di lavorazione dei sottoprodotti di origine animale, dalla produzione in impianti di macellazione al trasporto e alla destinazione finale negli appositi stabilimenti per la produzione di fertilizzanti, mangimi e altri materiali. Nel corso dell'operazione sono state eseguite numerose perquisizioni in aziende, controlli su strada e sequestri di automezzi impiegati per il trasporto delle sostanze.

Gli investigatori si sono serviti anche di intercettazioni telefoniche, risultate molto utili. Setacciati impianti di macellazione e di transito, stabilimenti di produzione di farine animali e un impianto di recupero energetico, tutti correlati tra loro e dislocati tra le Province di Lecce, Brindisi, Bari, Napoli, Salerno, Latina e Ravenna.

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, le ditte implicate traevano enormi profitti poiché evitavano di sostenere i costi per la corretta gestione dei rifiuti derivanti dallo smaltimento dei sottoprodotti di origine animale. Gli ingenti quantitativi di scarti, infatti, venivano prelevati dagli impianti di macellazione, mischiati tra loro in violazione alle normative di settore e trasportati presso una società del Napoletano dove subivano la trasformazione illecita in prodotti commerciabili.

Tra queste sostanze c'erano scarti di origine animale ad elevato rischio di Bse, il virus della sindrome della "mucca pazza". Altri composti confluivano in concimi e fertilizzanti che - fa notare la Forestale - una volta assorbiti dal terreno e quindi dai prodotti agricoli, potevano essere un pericolo per l'uomo. Alcuni di questi scarti venivano trasformati in sostanze come collagene e gelatine utilizzate come integratori alimentari e prodotti ad uso cosmetico.