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Gravina, nulla la pista rumena

Procura: "Ma si continua a indagare"

La pista rumena battuta dagli investigatori che indagano sulla scomparsa di Francesco e Salvatore Pappalardi, i due fratellini spariti da Gravina in Puglia il 5 giugno scorso, non ha portato ad alcun risultato.

Secondo quanto riferito dal procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, sul caso infatti proseguono verifiche ed approfondimenti, ma non ci sono stati ulteriori sviluppi.

Dopo una serie di verifiche, di audizioni di persone che si dicevano sicure che i due fratellini fossero nei dintorni di città romene come Iasi, e soprattutto dopo l'interrogatorio della fonte segreta, un imprenditore gravinese imparentato con un parroco, che andò in tv incappucciato, il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, che indaga sul caso liquida di fatto come priva di risultati la pista romena, già definita come "debole" qualche settimana fa. 

Di conseguenza la pista familiare continua ad essere quella maggiormente battuta dagli investigatori, pur con molte cautele espresse dal procuratore Marzano. L'unico indagato nell'inchiesta rimane infatti il padre dei due bambini, Filippo Pappalardi, nei confronti del quale viene ipotizzato il reato di sequestro di persona. Ad accusare Pappalardi è un ragazzino, compagno di giochi di Ciccio e Tore, che a metà agosto ha rivelato al sostituto pm Antonio Lupo, che lavora al fianco di Marzano, di aver visto Francesco e Salvatore salire sull'autovettura del loro papà alle 21,30 circa del 5 giugno, ora in cui i due fratellini furono avvistati per l'ultima volta. Pappalardi ha sempre definito non vera questa circostanza.

Le parole del piccolo sono state prese molto sul serio perché se corrispondessero al vero, potrebbe significare che i due ragazzini sono stati uccisi, come teme la polizia. Nelle scorse settimane, un Georadar ha sondatto i terreni del padre e di alcuni suoi parenti per verificare l'eventuale occultamento dei cadaveri in una buca. Con il Luminol sono state cercate tracce di sangue in casa del padre, nel suo camion e sui suoi abiti. Ma finora tutto avrebbe dato esito negativo.

Il 24 ottobre il sindaco di Gravina, Rino Vendola, aveva rilanciato con forza la pista romena affermando che i due ragazzini erano vivi. Due giorni dopo, Vendola volò a Bucarest dove incontrò il ministro dell'Interno, Vasile Blaga, dal quale ottenne assicurazioni che "nel rispetto delle indagini penali in corso" i servizi segreti romeni avrebbero collaborato con gli 007 italiani nelle ricerche dei due ragazzini. Tra i più convinti sostenitori della pista romena c'è il padre di Ciccio e Tore, Filippo Pappalardi. Ma c'è chi non esclude che questa sua ferma presa di posizione possa essere un tentativo per allontanare da sé ogni sospetto.