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Gemelline scomparse, lo sfogo della madre
"Matthias, uomo autoritario, voleva punirmi"

"Aveva mille regole, racconta la donna al settimanale Oggi , il clima in famiglia era insopportabile. Lo convinsi ad andare da uno psicologo ma fu tutto inutile"

Afp

Non ha perso la speranza Irina Lucidi di rivedere Alessia e Livia, le gemelline di 6 anni sparite il 30 gennaio con il padre Matthias Schepp.

L'uomo si gettò poi sotto un treno nel Foggiano la notte del 3 febbraio. Irina, confida al settimanale Oggi, racconta la crisi con il marito, come fosse diventato così autoritario da esasperare il clima in famiglia. Fino alla tragedia.

Per Irina il gesto ha un solo significato: "Voleva colpire me. Io per lui non esistevo, ma quando ha capito che non sarei tornata, ha concepito per me questa punizione estrema. Adesso voglio scoprire come lo ha fatto. Come ha potuto farlo. Un giorno, spero presto, lo scopriremo… Il viaggio di Matthias con tutte le possibili variazioni di percorso è stato ricostruito. Si va per esclusione… Da una trentina di scenari iniziali, ne sono rimasti pochissimi ancora attuali. Ho fiducia".

Un mondo di rigide regole
Dopo gli anni di innamoramento e di felicità, nacquero le prime incomprensioni e liti sempre più frequenti fino alla separazione dell'agosto 2010. "Era autoritario - racconta Irina - l'altro non esisteva. Le persone non avevano identità, erano pedine e dovevano fare quello che diceva lui. Uno dei terreni di scontro era l'educazione di Alessia e Livia. Matthias aveva 100 milioni di regole. Su tutto. Aprire il frigo, mangiare, giocare, ogni cosa andava fatta secondo uno schema.

"Non si poteva mai fare niente"
La sera era uno dei momenti peggiori. Non si poteva fare mai niente perché c'era lui che irreggimentava tutto e tutti. Si doveva mangiare alle 7 e non dopo, poi lavarsi, mettersi in pigiama, guardare un po' di tv, andare a letto, raccontare una storia e per le nove spegnere la luce. E guai a trasgredire".

Inutile la terapia di coppia alla presenza di uno psicologo. "Non è servito a niente. Quel che lui non sopportava era la mia indipendenza e per contrastarla non esasperava il lato autoritario del suo carattere. Finché la corda si è spezzata".

"Lui poteva vederle quando voleva -  spiega Irina - . A Natale ho lasciato che portasse Alessia e Livia per tre settimane ai Caraibi. Ci sono donne che non fanno più vedere i figli. Io no. Lui era il papà delle mie bambine. E loro volevano vedere il loro papà, gli volevano bene".