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Cibo per animali, il veterinario: "Ha quadruplicato lʼaspettativa di vita"

Alessio Giordana a Tgcom24: "Attenti a quello che sentite in televisione. Gli alimenti per animali sono studiati da nutrizionisti. Nutrirli con gli avanzi, invece, può ucciderli in pochi anni"

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Toccatemi tutto, ma non il mio cane (o gatto). Gli italiani sono molto gelosi dei loro animali domestici, al punto da spendere miliardi di euro per la loro cura e la loro alimentazione. Ma cosa succede quando un servizio giornalistico mette in dubbio la qualità del mangime che quotidianamente viene comprato e consumato per il benessere di Fido? Se ad amplificare il risultato dell'inchiesta ci si mettono i social, si sfiora il caos o quantomeno situazioni paradossali che non aiutano né l'animale domestico, né il povero padrone. "Da quando Report ha mandato in onda il servizio "Troppa trippa" denunciando che cani e gatti sarebbero alimentati con mangime scadente e pericoloso, mi trovo ad impedire ai padroni dei miei pazienti di elaborare ricercate ricette per il benessere del cucciolo e che invece potrebbero ucciderlo" dice Alessio Giordana, veterinario a Milano già protagonista di due campagne "social" contro le eutanasie facili e per sensibilizzare contro l'uso dei botti di fine anno che rischiano letteralmente di uccidere gli animali domestici con il loro rumore.

Dottor Giordana, nel servizio, però, vengono fatti "nomi e cognomi", mostrati dati ed etichette di cibi per animali che hanno solo una minima percentuale di carne, ad esempio, tra gli ingredienti. E' una fotografia reale del fenomeno?
No, perché hanno preso prodotti scadenti fatti da multinazionali, robaccia. E la conclusione, inevitabilmente, è che le aziende mangimistiche sono malvagie. Insomma, è come prendere il vino da tavola al supermercato quello venduto a meno di un euro e concludere che in genere il vino fa schifo, è pericoloso ed è meglio bere acqua o al massimo birra. La situazione reale non è per niente questa.

E qual è?
Per un'azienda che usa il 4% di carne nei suoi prodotti, ce ne sono almeno 10 che arrivano al 75%, lavorando seriamente, con carne fresca e non con scarti animali. I veterinari servono anche a questo: ad aiutare i padroni a riconoscere e selezionare i prodotti migliori, a leggere correttamente le etichette. Alimentare gli animali è una cosa seria, non può essere lasciata all'iniziativa personale. E' ovvio che ci siano prodotti di eccellenza, ottimi, buoni e scarsi, d'altronde variano anche i prezzi. Una Mercedes ovviamente sarà più bella ed efficiente di una Simca, ma non tutti possono permettersela. Si può trovare un'automobile eccellente anche a prezzi contenuti, basta sapere cosa e dove cercare.

Ma il mangiare in scatola e i croccantini sono o non sono pericolosi per gli animali?
Assolutamente no, è vero il contrario. Vorrei far presente che l' alimentazione industriale è frutto del lavoro di nutrizionisti che passano la vita a formulare alimenti completi, cioè che non necessitano di aggiunte, e che un animale alimentato con quello e solo con quello non abbia la minima carenza alimentare. Ed è anche grazie a questi prodotti che abbiamo quadruplicato l'aspettativa di vita degli animali. Un gatto di colonia vive in media 5 anni, un gatto di casa arriva a 20.

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Quindi è meglio evitare di dare a cani e gatti gli avanzi?
Adesso le gattare a schiera si scambiano improbabili ricette, e pur animate da buona volontà, non credo arrivino alle vette di centinaia di nutrizionisti dotati di laurea ed esperienza. Per non parlare di padroni che fanno mangiare ai propri animali quello che mangiano loro, ossia piatti super conditi e impossibili da digerire per cani e gatti. Questa degli avanzi, è un'informazione pericolosissima che rischia di creare danni incredibili. Se adesso gli animali da compagnia sforano i 20 anni, contro i 3-5 in natura, è anche merito di una alimentazione corretta. E' praticamente impossibile ed estremamente faticoso, lo dico chiaramente, fare una dieta bilanciata in casa per il proprio animale. Sicuramente è necessario farsela formulare da un nutrizionista professionista. Faccio un esempio: il gatto è un predatore elettivo, deve uccidersi la preda, in quanto non è in grado di sintetizzare taurina ed altre molecole, che si degradano poche ore dopo la morte. Senza taurina il gatto, per esempio, diventa cieco. Anche se prendo il filetto di una mucca morta 20 giorni fa, la taurina non c'è, per non parlare del fatto che comunque con la cottura rischia di scomparire. Va integrata. Quindi bisogna prendere carne fresca ed aggiungere integratori, bilanciando una dieta. Cioè il lavoro che già fanno le aziende mangimistiche serie.

Ma è vero che anche le aziende più serie utilizzano cani e gatti per sperimentare i prodotti come fossero cavie?
Un cuoco che fa assaggiare alla moglie una ricetta nuova fa sperimentazione umana? Siamo seri, per favore. Gli alimenti industriali hanno una fase post vendita molto accurata, per monitorare su grandi numeri l'appetibilità, fermo restando la validità nutrizionale del prodotto. Come non avrebbe senso dire "ai miei tre cani piace" non ha ugualmente senso dire "ai 15 gatti testati piace".

A proposito di aziende che producono mangimi, dal servizio non esce un'immagine proprio edificante del mestiere del veterinario

A sentire il servizio, sembra che siamo sempre in crociera, pagati e prezzolati dalla potentissima lobby delle scatolette. Intanto vorrei capire cos'è questa discriminazione, perché a me non mi ci ha mai portato nessuno! Scherzi a parte è una visione della nostra professione talmente ridicola che non merita nemmeno di essere commentata, non fosse davvero offensiva nei confronti di professionisti seri che spendono la loro vita a curare ed aiutare gli animali (e qualche volta anche i padroni).

Un'ultima domanda: ma è vero che gli italiani spendono troppo per la cura dei loro animali?
Chi quantifica il troppo? Credo che ognuno i propri soldi li possa spendere come cavolo gli pare. E sono convinto che noi veterinari dobbiamo insegnare a leggere il cartellino dei prodotti, quindi scegliere il buono dallo scadente. Fare chiarezza e non di tutta un'erba un fascio. Far capire che nutrire gli animali è una cosa seria che non può essere lasciata alla cucina della "sciura Maria". Talmente seria che richiede, tanto per cominciare, una laurea, e poi tanta, tanta esperienza.