un business da 2,5 miliardi

Il caro vita morde? Gli italiani ripiegano sull'usato: è boom del mercato del second hand

Ad alimentare il business soprattutto i giovani, più sensibili al tema della sostenibilità

21 Lug 2025 - 11:22
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In Italia, il mercato online dei prodotti di seconda mano vale 2,5 miliardi di euro. E si stima che per il 2025 il valore del settore arriverà a 2,6 miliardi. A incidere è anche il caro vita. È quanto si legge sul Sole 24 Ore, che cita il Second chance Impact report, realizzato dal Centro ricerche sull'economia e le imprese (Cebr) e commissionato da Amazon.

"Le cifre parlano di un mercato solido e in fase di maturazione, passato da una nicchia a una realtà mainstream. E questi prodotti non sono più considerati una seconda scelta", ha spiegato l'economista dirigente del Cebr Pushpin Singh, secondo il quale "sostanzialmente questo cambiamento è stato addestrato da due motivazioni.

Da un lato, l'accessibilità economica degli articoli usati in un periodo di alta vendita e salari stagnanti: per la tecnologia, per esempio, il 52% del campione ha dichiarato che difficilmente sceglierebbe un prodotto nuovo se non fosse disponibile l'alternativa di seconda mano proprio per motivi di risparmio. Dall'altro, invece, lo studio mostra che oggi, in Italia, c'è maggiore disponibilità di alternative di seconda mano e una gamma più ampia di categorie. Anche questo, probabilmente, ha contribuito a migliorare la percezione complessiva del settore, rafforzandone l'attrattiva".

I numeri in Europa

 In Europa, il mercato online dei prodotti usati e resi vale 21,6 miliardi di euro (e si stima un incremento di altri due miliardi nel 2025) "con due persone su tre che acquistano online prodotti di seconda mano, dando nuova funzione e destinazione a 740 milioni di abiti, accessori, giochi, dispositivi digitali, piccoli elettrodomestici e altri oggetti per casa e ufficio.

Sulla sola piattaforma Amazon, nel 2024 le vendite di prodotti usati hanno superato i due miliardi di euro tra Europa e Regno Unito", si legge sulle pagine del Sole 24 Ore in cui si analizzano i dati del report. In Italia, "nel 2024, il mercato dell'usato online ha contribuito all'economia nazionale, generando un valore aggiunto di 1,4 miliardi. Scegliendo i prodotti di seconda mano - comprensivi di usato, ricondizionato e resi con confezione aperta - il 63% dei consumatori italiani ha speso 2,5 miliardi di euro e risparmiato 3,2 miliardi nello scorso anno".

Il mercato italiano procede ancora a rilento rispetto ad altri mercati europei

 Tuttavia, il mercato italiano procede ancora a rilento rispetto ad altri mercati europei. "Dal 2019 l'incremento del reddito reale in Italia è andato peggio che negli altri Stati presi in esame nel report, il che ha ovviamente indebolito i consumi. Tra il 2019 e 2024, infatti, il Paese ha registrato una crescita reale dei consumi dello 0,4%, meglio della Germania (0,3%) ma ben al di sotto di Francia e Spagna, che hanno superato la soglia del 3%.

Anche se un reddito più basso dovrebbe teoricamente spingere gli acquirenti verso opzioni più economiche come quelle second chance - e questo in parte è avvenuto - la consapevolezza dei prodotti usati disponibili è tra le più basse del campione analizzato", ha aggiunto Singh. Inoltre, "il divario rispetto al resto d'Europa implica tassi di penetrazione più bassi per la minore familiarità con l'uso delle piattaforme online".   

I giovani alimentano il business

 Ad alimentare il business sono i giovani. "Sono decisamente più esposti alle narrazioni sulla sostenibilità tramite la scuola, i social e le reti sociali. Non solo: sono anche più spesso interessati da oneri economici (affitti e lavori precari) che rendono la questione dell'accessibilità ancora più urgente. E poi sembra esserci stato un grosso cambiamento culturale, soprattutto nella moda: tra ragazzi e ragazze, gli articoli di seconda mano non sono più stigmatizzati e, in certi contesti, sono diventati di tendenza", ha concluso Singh.

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