Le famiglie italiane pagano il 15% in più per la luce e l'8% in più per il gas rispetto alla media Ue. Nel primo semestre 2025 la spesa ha superato i 1.370 euro, circa 130 euro oltre la media europea
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Le bollette dell'energia continuano a pesare sulle tasche degli italiani più che in gran parte d'Europa. Un'analisi condotta da Facile.it sui dati Eurostat relativi al primo semestre 2025 rivela che le famiglie del nostro Paese hanno affrontato costi per l'elettricità superiori del 15% rispetto alla media continentale, posizionandosi al quarto posto tra gli Stati con le tariffe più alte. Per il gas naturale il sovrapprezzo si riduce all'8%, ma l'Italia resta al settimo posto nella classifica dei paesi più cari dell'Unione. Complessivamente, tra luce e gas, una famiglia tipo ha speso circa 1.372 euro in sei mesi, 130 euro in più della media europea.
Considerando i consumi standard di una famiglia italiana - 2.700 kWh annui - la spesa media per l'energia elettrica nel primo semestre 2025 si è attestata a 444 euro. Solo Germania (522 euro), Belgio (482 euro) e Danimarca (470 euro) hanno fatto peggio. L'Austria si è fermata a 392 euro, la Francia a 360 euro (19% in meno dell'Italia), la Grecia sotto i 310 euro. In Norvegia le famiglie hanno speso meno di 250 euro in sei mesi, mentre in Ungheria appena 130 euro: il 71% in meno rispetto all'Italia.
Il divario affonda le radici in problemi strutturali. L'Italia dipende massicciamente dalle importazioni di gas e petrolio, non disponendo di significative risorse energetiche proprie. Questa dipendenza espone il Paese alle oscillazioni dei mercati internazionali e ai costi di trasporto e stoccaggio. Il mix energetico fa ancora largo uso di centrali a gas naturale, più costose del nucleare francese o delle rinnovabili scandinave. L'inefficienza delle infrastrutture di rete pesa ulteriormente: le perdite durante la distribuzione sono più elevate della media europea e i costi di manutenzione si scaricano sui consumatori. Infine, il sistema tariffario include numerose componenti accessorie per interventi di sistema, incentivi alle rinnovabili storici e smantellamento delle vecchie centrali nucleari.
Nel 2019 tasse e oneri rappresentavano il 38% della tariffa elettrica. Nel primo semestre 2025 l'incidenza si è ridotta al 25%, sotto la media europea del 28%. Un miglioramento che però non cancella il problema dei costi elevati dell'energia. In Polonia e Danimarca tasse e oneri superano il 40% della bolletta. All'opposto, nei Paesi Bassi le agevolazioni riducono la componente del 14%, in Irlanda del 7%.
Con un consumo annuo standard di 1.400 metri cubi, una famiglia italiana ha speso in media 928 euro nel primo semestre 2025. L'Italia occupa la settima posizione tra i paesi più cari. Peggio hanno fatto Danimarca (977 euro), Paesi Bassi (1.210 euro) e Svezia (1.600 euro). La Germania ha registrato 910 euro, poco sotto l'Italia. In Grecia e Spagna la bolletta non ha superato i 650 euro, il 30% in meno. Romania (418 euro) e Ungheria (230 euro) sono i mercati più convenienti d'Europa.
Nel primo semestre 2025 una famiglia italiana ha sostenuto costi energetici per circa 1.372 euro. La differenza di 130 euro rispetto alla media europea rappresenta un divario strutturale che si ripete anno dopo anno, erodendo il potere d'acquisto.
Chi vive in Ungheria ha speso meno della metà rispetto a un italiano a parità di consumi. Anche confrontandoci con Francia o Spagna, il differenziale resta significativo. Il costo della materia prima e l'efficienza delle infrastrutture rimangono i fattori determinanti su cui intervenire per ridurre il gap con il resto d'Europa.