nuovi mestieri sostituiscono i classici del made in Italy

Artigianato: è boom di estetisti e informatici, spariscono falegnami ed elettricisti

Dal 2023 al 2025 sono cresciuti i mestieri legati al benessere e alla tecnologia, mentre i tradizionali lavori manuali accusano forti perdite

05 Ago 2025 - 07:55
 © Istockphoto

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Il panorama dell'artigianato italiano sta vivendo una trasformazione radicale. Mentre un tempo l'immagine dell'artigiano evocava il professionista con la cassetta degli attrezzi o la piccola bottega di quartiere, oggi il settore si sta reinventando nell'era digitale. I dati di Unioncamere e InfoCamere fotografano un cambiamento epocale: dal 2023 al 2025, i mestieri in crescita sono quelli legati al benessere e alla tecnologia, mentre i tradizionali lavori manuali accusano forti perdite.

Gli estetisti guidano questa rivoluzione con un incremento del 10,4%, seguiti da tassisti (+7,2%) e specialisti informatici (+5,4%). Le "officine digitali" prendono il posto delle botteghe storiche, trasformando un settore che conta 1,24 milioni di imprese registrate, pari al 21,2% del tessuto imprenditoriale nazionale.

Sul fronte opposto, i mestieri tradizionali soffrono pesantemente. I falegnami registrano il calo più significativo (-10,9%), seguiti dai trasportatori (-8,9%) e dagli elettricisti (-2,9%). Anche le lavanderie (-8,8%), gli imbianchini (-8,5%) e i calzolai (-7,5%) vedono diminuire drasticamente il loro peso economico.

I numeri assoluti raccontano la stessa storia: mentre nascono 4.629 nuove imprese di estetisti, 1.045 tassisti e quasi 700 tecnici informatici, scompaiono 3.687 trasportatori, 1.677 elettricisti e 1.630 falegnami. Il settore della ristorazione perde 1.445 panettieri, mentre meccanici e idraulici calano rispettivamente di 1.237 e 1.227 unità.

Questo cambiamento riflette le nuove abitudini di consumo degli italiani. L'Istat conferma che i piccoli negozi al dettaglio continuano a perdere terreno (-1,7% a giugno), mentre crescono il commercio elettronico (+4,1%) e la grande distribuzione (+3,4%).

I protagonisti di questa trasformazione sono prevalentemente giovani, donne e stranieri, che si adattano a un lavoro sempre più "leggero, digitale e urbano". Le imprese femminili guidano la crescita tra estetisti (+11%) e tassisti (+14,8%), mentre soffrono nei comparti tradizionali come lavanderie (-10%) e confezionisti (-8,3%).

Gli under 35 si distinguono per l'incremento negli specialisti informatici (+15,6%) e nei tassisti (+11,1%), ma accusano pesanti perdite tra confezionisti (-31,6%) e falegnami (-26,7%). Gli imprenditori stranieri mostrano aumenti consistenti tra tassisti (+28,4%) e professionisti informatici (+29,2%).

Secondo Andrea Prete, presidente di Unioncamere, il futuro del settore dipenderà anche dalle tensioni commerciali internazionali. "L'incertezza internazionale e le tariffe statunitensi pesano e peseranno", avverte Prete, sottolineando però la flessibilità delle aziende italiane nel diversificare i mercati di sbocco.

Le ricette per sostenere questa trasformazione includono il miglioramento di infrastrutture e logistica, l'estensione della Zes unica e l'allargamento degli strumenti di sostegno agli investimenti, come Industria 4.0, anche all'export. Il settore artigiano italiano si trova quindi a un bivio: abbracciare definitivamente la digitalizzazione o rischiare di perdere competitività in un mercato sempre più globale e tecnologico.

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