Il Times fa sapere che, durante i tre live dei fratelli Gallagher a Londra, si è battuto un record che solo le icone del britpop potevano disintegrare così
Ognuno ha i fan che si merita. Se vai a un concerto dei Coldplay sai che una kiss cam potrebbe spezzarti il cuore (e la carriera) ma se vai a un live degli Oasis a essere a rischio è un altro organo: il fegato. Colpa della birra, che fa parte dell'iconografia da pub della band di Manchester fin dagli esordi, e che scorre a fiumi anche nella sospirata reunion dei fratelli Gallagher. D'altra parte Liam e Noel, dal palco dell'Heaton Park di Manchester del 20 luglio, avevano promesso di rispettare la privacy a modo loro ("Non preoccupatevi, non avremo niente di quella robaccia sgradevole dei Coldplay qui. Non ci importa chi ti stai scopando, con chi ti stai divertendo, con chi ti stai stuzzicando, con chi ti stai toccando... non sono affari nostri") ma non avevano detto niente in merito a una morigeratezza alcolica che nessuno si aspetterebbe, d'altra parte, in un concerto rock.
La matematica non è un opinione Fermiamoci ad analizzare i freddi numeri. Pinte vendute durante le tappe a Wembley dell'Eras Tour di Taylor Swift dell’anno scorso: 40mila. Birre ingollate durante i concerti dei soliti Coldplay del 2024 nella Mecca del football inglese: 120mila. Boccali, lattine e bicchieri svuotati durante ognuna delle prime tre serate degli Oasis programmate nello stesso stadio londinese: 250mila. I due ragazzi terribili di Manchester hanno già portato a casa un record difficilmente battibile, che è stato sicuramente incrementato ieri e che toccherà nuovi apici dopo il concerto del 3 agosto. E per chi manca, come a scuola, c'è la possibilità di recuperare a settembre a patto di avere un fisico capace di reggere numeri da Oktoberfest.
A diffondere le cifre ci ha pensato direttamente Delaware North, la società che gestisce il catering allo stadio, subito ripresa dal Times che si è divertito a quantificare a quanto denaro equivalga un tale fiume di alcol. I calcoli sono abbastanza facili da fare: se una pinta allo stadio costa 8,20 sterline (pari a 9,39 euro) significa che ognuno degli 80mila spettatori si è scolato in media tre birre. Si tratta ovviamente di una stima, che non tiene conto di chi beva altro o di chi consumi qualcosa prima o dopo il live nei pub vicini. Sempre la stessa testata riporta poi come ogni concerto porti circa 4.500 barili trasportati dentro e fuori dallo stadio, coinvolgendo anche i locali vicini in questa follia alcolica collettiva. Per i concerti di Cardiff, un piccolo birrificio della zona ha dichiarato alla BBC che le vendite erano quadruplicate durante il periodo in cui la band era esibita in città. Cifre in continuità con quelle diramate da Conference News, secondo cui le vendite di birra e sidro sono aumentate del 56% rispetto alla settimana precedente all’arrivo del tour degli Oasis.
Insomma concerto che vai, stato di alterazione che trovi. Certo che a totalizzare certi record ci abbiano pensato proprio gli Oasis non ha sorpreso nessuno. Ben prima dell'inizio del tour che certificava il ricongiungimento tra Noel e Liam gli esperti del sito Alliance Online avevano già calcolato quanto si prevedeva che i fan avrebbero speso in pinte di birra e sidro nelle date di Wembley: ben 12 milioni di sterline. Sembrava uno sproposito e invece era un numero tutto sommato credibile, considerando che la testata aveva preso come riferimento il prezzo medio di una Stella Artois, pari a 7,95 sterline. La previsione, che può ancora addirittura essere superata, si fermava a ipotizzare un totale di 1,5 milioni di pinte vendute durante tutti e sette appuntamenti londinesi. Un quantitativo pauroso che fa ancora più impressione se si considera che un tale quantitativo di birra sarebbe sufficiente a riempire quasi nove piscine standard e oltre 16.000 serbatoi d'auto.
La birra è parte integrante della storia degli Oasis, esplosi con singoli dai titoli programmatici come Cigarettes & Alchol e rimasti fedeli alla linea alcolica, pur deviando ogni tanto su riferimenti più eleganti come il celebre Champagne Supernova (che però non a caso finiva "in the sky", mentre le pinte innaffiavano la verde terra inglese).
D'altronde da "un pasto caldo di buona qualità e 24 lattine di birre" era partita la scalata dei Gallagher all'empireo del rock. Il menù di cui sopra era infatti il compenso dei due fratelli per un leggendario concerto al The Old Trout, celebre pub di Windsor da cui transitarono all'inizio un po' tutti, compresi i rivali Blur. Il casareccio contratto che quantificava il compenso in un rancio innaffiato di copiosa birra risale al maggio 1994, poco prima del definitivo expolit con l'album Definetly Maybe, ed è stato messo all'asta nel 2021 racimolando una cifra pari a 4mila sterline (al cambio circa 4.700 euro).
L'alcolico biondo è stato poi più avanti al centro di altri momenti meno felici nella storia della band, come il celebre concerto allo Stone Pony ad Asbury Park, nel New Jersey, durante il quale gli Oasis vengono interrotti dopo una sola canzone dal lancio di una lattina di birra. Una specie di proiettile di alluminio che sbatté sul torace di Noel inondandolo di liquido giallo marca Les Paul (inutile dire che il cantante non la prese prevedibilmente benissimo).
Per chiudere la carrellata poi, possiamo dire che un boccale finì per fungere anche da carumet della pace facendo riavvicinare i fratelli, dopo che nel 2019 Liam aveva lanciato il ramoscello di ulivo, anzi di luppolo: "Basterebbe che io e lui andassimo a prenderci una birra. Sparare un po’ di merda e tirar fuori tutto quello che ha nel petto. Perché non credo che avremmo dovuto dividerci per una grande discussione". Insomma la storia degli Oasis è la storia di una band che è sempre andata "a tutta birra", senza frenare mai neanche quando lo stato di ebrezza li ha fatti quasi uscire dalla carreggiata. Se in vino veritas in birra "suonitas", probabilmente del gran rock and roll.