Ed Sheeran, con "Play" fa la sua rivoluzione a colori
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Dopo l'era dei simboli matematici arriva quella Stereo e cambiano le coordinate: sperimentazione e radici, sonorità ispirate alle culture indiana e persiana, condite ma anche unite con la tradizione folk irlandese
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L'attesa è finita: è uscito "Play", ottavo album in studio di Ed Sheeran. Un lavoro che è una vera e propria esplosione di gioia, interpretata nei modi più differenti e in versione technicolor. Chiusa l'era degli album con i simboli matematici, con "Play" Sheeran inaugura l'era Stereo, a quattordici anni dall'uscita del debutto di "+" e reduce dal successo del "Mathematic Tour" che in tre anni e mezzo ha richiamato oltre 10 milioni di spettatori e ha toccato anche l'Italia con una data all'Olimpico di Roma. "Volevo solo creare gioia e technicolor - ha dichiarato il cantautore inglese - con una vera e propria montagna russa di emozioni come essere umano, partner, padre". Con l'uscita dell'album è arrivato anche l'annuncio di cinque concerti "intimi" a dicembre tra Parigi, Monaco, Dublino, Manchester e Coventry, prima della partenza del nuovo tour mondiale negli stadi da gennaio in Australia.
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Quella che si dipana nell'arco dei tredici brani che compongono "Play" è una storia in cui Ed Sheeran unisce sperimentazione e radici, sonorità ispirate alle culture indiana e persiana, condite ma anche unite con la tradizione folk irlandese. A influire sul risultato sonore dell'album è la sua genesi geografica: registrato in diversi continenti e completato a Goa, in India, il disco si avvale anche di collaborazioni con musicisti locali, tra cui la star Arijit Singh, e intreccia ballate acustiche e brani pop dal respiro globale. "Ho registrato questo album in giro per il mondo - ha detto Sheeran - e in India ho trascorso alcuni dei giorni più divertenti, esplorativi e creativi della mia vita. È un vero e proprio turbinio di emozioni dall'inizio alla fine, racchiude tutto ciò che amo della musica e del divertimento che essa procura".
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"La musica per me è un continuo processo di apprendimento - ha confessato l'artista - e se con il primo album era tutto nuovo per me, con il secondo ho appreso la cultura americana grazie a Rick Rubin, Benny Blanco, Farrell". "Con Divide - ha raccontato ancora Sheeran - ho imparato suoni nuovi viaggiando per il mondo, con Equals ho esplorato il lockdown, Subtract era sul dolore e la perdita, che non puoi dimenticare ma mettere da parte come un libro su uno scaffale che puoi rileggere quando hai voglia. Questo album è sull'esplorazione del mondo".
"Play" è stato anticipato dai singoli "Azizam", "Old Phone", "Sapphire" e "A Little More", che hanno superato 1,2 miliardi di stream nel mondo, confermando il cantautore britannico tra i sei artisti più ascoltati su Spotify con oltre 94 milioni di ascoltatori mensili. La tracklist del disco comprende 13 brani, da Opening a Heaven, ciascuna con una fotografia differente del concetto di gioia al modo di Sheeran, "Con la chitarra puoi fare tutto - ha detto il cantautore - e più cresco più voglio solo godermi la musica e i momenti folli e caotici della vita".