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Al SdR 2017 fanno il loro debutto i Pir, i piani individuali di risparmio

Questo tipo di prodotto, introdotto dalla Legge di bilancio 2017 rappresenta una realtà concreta del mercato italiano

Al SdR 2017 fanno il loro debutto i Pir, i piani individuali di risparmio - foto 1
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La seconda giornata del Salone del Risparmio si è aperta all'insegna dei Pir, i piani individuali di risparmio introdotti dalla Legge di bilancio 2017 e ormai una realtà concreta del mercato italiano.

Alcuni nodi dal punto di vista interpretativo andranno sciolti nei prossimi mesi, così come emerso dal convegno Assogestioni "Le agevolazioni fiscali per gli investimenti a lungo termine: i Pir" che ha aperto la mattinata di lavori MiCo di Milano alla presenza di Arianna Immacolato (Direttore settore fiscale Assogestioni), Keith Lawson (Senior Counsel – Tax Law) e Ilario Scafati (Dirigente Ufficio Fiscalità Finanziaria del Dipartimento delle Finanze).

Limiti e vincoli dei Pir - Al Dirigente del Mef il compito di chiarire alcuni aspetti della normativa: dalla possibilità della sottoscrizione per persone fisiche e senza limiti di età residenti "fiscalmente" nel territorio dello Stato, al limite quantitativo dei 150.000 euro sull'investimento che, dice la norma, deve essere considerato come vincolo per singolo Pir e non per tutta la vita. Ilario Scafati si è poi soffermato sulla questione del vincolo temporale di possesso dei PIR: "Non abbiamo interesse ad appesantire la gestione con costi ulteriori. Siamo disposti, se necessario, a valutare il calcolo dei 5 anni considerando la data puntuale e non la data media". Aprendo uno spiraglio all'industria del risparmio gestito che preferirebbe questa modalità di calcolo per non vedere un incremento dei costi di gestione.
 
Gli investimenti "qualificati" - Utili indicazioni sono state fornite anche in merito agli investimenti “qualificati” che possono essere detenuti nel piano, con particolare riguardo alla presenza di una stabile organizzazione in Italia di un'impresa estera, da interpretarsi secondo l'accezione fiscale, quale requisito fondamentale affinché gli strumenti finanziari da essa emessi possano essere compresi tra gli investimenti qualificati del piano.