Secondo i dati dell’Osservatorio Europeo dell’Igiene, il 95% dei nostri connazionali si fa almeno una doccia al giorno. Siamo i campioni europei nella specialità ma alcuni esperti avvertono, meglio lavarsi bene ma meno
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C'è una specialità in cui noi italiani non temiamo confronti, un'attività in cui siamo primatisti in Europa. Forse non sempre "siam pronti alla morte", come asseriamo poco convinti nel nostro inno nazionale ma di certo siamo sempre propensi a buttarci sotto un getto d'acqua. Nessuno lo fa tanto e spesso come noi (lavarsi, s'intende), certificando come l'abitudine della doccia sia nella Penisola quasi un rito. Sotto la doccia togliamo le tossine dal nostro corpo, ci liberiamo dalle impurità ma soprattutto pensiamo, riflettiamo su scelte sbagliate compiute probabilmente minimo vent'anni prima e cantiamo, con una voce sempre migliore di quella sfoggiata nel resto della giornata. Forse anche per questo ben il 95% dei connazionali non rinuncia a entrare nel box doccia almeno una volta al giorno, almeno secondo i dati dell'Osservatorio Europeo dell’Igiene.
"C'è del marcio in Danimarca", assicura la guardia reale Marcello mentre accompagna il principe Amleto incontro allo spettro del padre. Una frase che probabilmente non avrebbe potuto pronunciare in un altro Paese del Sud dell'Europa. Portogallo (con l’85%-94% degli abitanti che tutti i santi giorni fanno la doccia), Spagna e Grecia ci seguono infatti nella classifica di chi ha dichiarato guerra allo sporco. Stati che sono stati "ripuliti" dall'ultima congiuntura economica ma che amano esserlo soprattutto letteralmente. I latini d'Europa si uniscono in questa passione per la cura del corpo, accomunati forse anche dall'amore verso uno strumento guardato con sospetto ad altre latitudini: il bidet, di cui gli italiani sono orgogliosi esportatori e sponsor. Anche se è difficile non vedere in questa passione per la pulizia e il benessere del corpo anche delle ragioni pratiche: è infatti piuttosto immediato pensare che in Nazioni dove il caldo si fa sentire si sia più propensi a lavarsi spesso. Va tuttavia capito che questa abitudine, se portata agli estremi, potrebbe portare anche a delle conseguenze negative.
Prendere la residenza in doccia può intanto danneggiare la nostra pelle, sulla cui superficie vive un microbiota cutaneo, una popolazione di batteri buoni, funghi e virus innocui che protegge da infezioni, mantenendo anche l’idratazione e rafforzando le difese immunitarie. Il rischio, soprattutto se si scelgono prodotti particolarmente aggressivi per il lavaggio, è quello di incorrere in irritazioni e sfoghi. Intervistata in primavera da Futura Sciences, la dermatologa Sasha Dhoat ha spiegato che nei climi temperati può bastare per minimizzare i rischi una doccia ogni due-tre giorni. Si dovrebbe poi ovviamente diminuire ancora di più i passaggi sotto il getto d'acqua, a maggior ragione se si ha una pelle molto sensibile. Soprattutto si suggerisce di fare attenzione anche alla durata, con lavaggi brevi di due-tre minuti, stando attenti in particolare alla temperatura dell'acqua, che può danneggiare la barriera lipidica naturale dell’epidermide se troppo alta. Va poi considerato l'impatto che ogni escursione nel box doccia ha sull'ambiente, portando allo spreco di circa 80 litri di acqua per ogni sessione secondo uno studio dell'Università di Nottingham.
Bastano queste ragioni per far cambiare idea a un intero Stato? Forse no. Per il 61% degli italiani la doccia è vissuta come un momento di piacere a fronte di un mero 39% che lo identifica come un semplice momento fondamentale per l’igiene, a cui dedicare giusto il tempo necessario. D'altra parte anche nel nostro cinema la doccia è prima di tutto un luogo di piacere, in primis nelle commedie sexy all'italiana come quelle di cui fu protagonista Gloria Guida che una volta ammise: "Ho fatto talmente tante docce che per un sacco di tempo sono stata l’attrice più pulita del mondo”. Altra storia rispetto a quanto accade Oltreoceano, dove la doccia ha regalato sì momenti di passione ma anche e soprattutto terrore. Senza citare la celebre sequenza di Psycho (che convincerebbe chiunque a non perdere tempo a insaponarsi), anche grandi horror come Carrie hanno un momento sotto il caldo getto. Alla fine forse, a capire meglio il nostro rapporto con la doccia era stato Woody Allen, che nel suo To Rome with Love raccontava di un italiano che riusciva a essere un grande tenore solo mentre si occupava della pulizia del suo corpo nella cabina (con esiti prevedibilmente comici).