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Cancro ai polmoni: piccoli respiri

Una raccolta di foto di tre persone che convivono con il male che colpisce 32 mila italiani allʼanno

Ufficio stampa

Il baule della bisnonna, il subbuteo, il bicchiere d'acqua con cui si accompagna la medicina da mandare giù. Istantanee della vita quotidiana di Barbara, Daniela e Denis che hanno incontrato il tumore al polmone. Gli attimi intimi della loro lotta contro il cancro sono raccolti in "Piccoli respiri di normalità": mostra fotografica di Massimo Mastrorillo realizzata con la collaborazione di Walce Onlus e con il supporto di AstraZeneca e inaugurata il 13 novembre, nel mese della sensibilizzazione sul cancro al polmone.

La malattia al polmone ha cambiato la vita di queste tre persone e stravolge la vita di 32 mila italiani ogni anno. Nelle riflessioni che accompagnano le immagini si legge la determinazione di Denis: "Non mi interessa conoscere il nome del mio tumore, né delle medicine che devo assumere. Non voglio sapere nemmeno come agiscono sul mio corpo. Io devo solo impegnarmi al massimo nella vita che affronto ogni giorno".
Non c'è rassegnazione nelle parole di Daniela: "Io voglio continuare a vivere, non mi arrendo". Ma non c'è solo la lotta in primo piano: nella vita di chi soffre e teme per il proprio futuro c'è la ricerca di piaceri semplici che, troppo spesso, vengono considerati trascurabili da chi è in buona salute. Anche una risata ha un valore speciale per Barbara: "Io non voglio pensare sempre alla malattia, voglio ridere".

Il tumore al polmone è un big killer
Ogni trenta secondi una persona muore a causa del cancro al polmone e, in Italia, la mortalità nel primo anno dopo la diagnosi è dell'80 per cento. Negli ultimi due anni, è stata introdotta la terapia molecolare in Italia. Oltre 2.500 italiani sono stati già trattati con gefitinib, la prima monoterapia orale a bersaglio molecolare, che ha aumentato fino a oltre l'80 per cento la risposta tumorale nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (la forma più diffusa che comprende circa l'85% dei casi) e ha raddoppiato il tempo di sopravvivenza senza progressione della malattia.