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Jobs Act, Poletti: "Per ora nessuna fiducia" Squinzi: su art.18 passi avanti apprezzabili

Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini non esclude però la mozione: "Il Paese deve correre". La minoranza dei democratici restia invece a sciogliere i propri veti sulla riforma: "Votiamo contro? Vediamo il testo finale". Sul Tfr "no" degli industriali

giuliano poletti
ansa

Ora "il dibattito sul Jobs Act passerà in Aula, ci arriveremo con le scelte che stiamo cercando di definire, è evidente che la tempistica ha una sua importanza, il Paese deve correre". Lo ha detto il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. "E' importante che il Senato possa mettere un punto definitivo per un primo passaggio, se con la fiducia o meno ci stiamo lavorando", ha aggiunto. Per Giuliano Poletti comunque "al momento la mozione non è prevista".

Jobs Act, Poletti: "Per ora nessuna fiducia" Squinzi: su art.18 passi avanti apprezzabili

Il ministro del Lavoro ha spiegato: "Stiamo ancora cercando di trovare la quadra tra le diverse posizioni che si sono espresse in questa fase".

Sull'eventualità di un "soccorso azzurro" per la riforma del lavoro al Senato, invece, Guerini ha sottolineato: "E' evidente che questo passaggio sarà sostenuto dalla maggioranza, è un passaggio che dovrà avvenire attraverso i voti della maggioranza". Poi ha precisato: "Non vogliamo voti aggiuntivi, la nostra volontà è che la riforma passi".

Cuperlo: "Voto contro? Vediamo testo finale" -
Un voto in aula della minoranza contro il governo sulla riforma del lavoro? "Io credo molto - ha detto Gianni Cuperlo, prima dell'assemblea nazionale di Sinistradem a Bologna - nella disciplina di partito. Penso che non ci possa essere un partito senza disciplina. Ma credo che neppure possa esistere una disciplina senza partito" quindi, serve discutere, trovare soluzioni: "vedremo il testo finale e valuteremo".

Confindustria: "Sì all'articolo 18, no al Tfr" - La risposta degli industriali al Tfr in busta paga è "no" soprattutto oggi dove "nulla che possa nuocere ulteriormente alle imprese è tollerabile". Lo afferma Giorgio Squinzi che spiega "la manovra agevolerebbe solo il fisco". Sull'articolo 18 invece c'è l'endorsement di Confindustria: "Passi avanti apprezzabili, non regaliamo l'ultimo miglio alla paura. Chi dice che noi vogliamo il lavoratore più debole venga nelle fabbriche", ribadisce Squinzi.

"Affrontiamo il problema nella sua complessità e nella sua interezza, perché non si tratta del solo articolo 18", dice della riforma del mercato del lavoro. "Questo disegno di riforma sul contratto a tempo indeterminato e sulla flessibilità in entrata ed in uscita reggerà solo se accompagnato da una innovazione altrettanto importante e coraggiosa degli ammortizzatori sociali e dei servizi per l'impiego, della formazione al lavoro e dell'orientamento". La riforma, prosegue il leader degli industriali al Forum della Piccola Industria, "sarà compresa, agevolata e sostenuta se accompagnata da una azione decisa sulle politiche attive, rifondando radicalmente i meccanismi che si occupano del mercato del lavoro, di un moderno ed efficiente incontro tra domanda e offerta".

Landini: "Via al tavolo sull'art.18 col governo" - "E' possibile fare tutte le riforme del mondo senza togliere diritti ma estendendoli. Bisognerebbe fare una prova mettiamo un attimo da parte l'articolo 18 e discutiamo su tutto il resto". Così il segretario della Fiom, Maurizio Landini. "Si dimostra - aggiunge - che è possibile riformare gli ammortizzatori sociali, cancellare la precarieta, far ripartire gli investimenti, ridurre gli orari, fare la legge sulla rappresentanza senza toccare l'articolo 18 che non c'entra proprio nulla".