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Giustizia, l'Anm minaccia: "Sciopero se la nostra indipendenza sarà a rischio"

Il ministro Orlando: "Nessun attacco, solo più tutele per i cittadini"

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L'Associazione Nazionale Magistrati per ora non imbraccia l'arma dello sciopero, ma minaccia di farlo se sarà messa a rischio l'indipendenza delle toghe con la riforma della responsabilità civile. E' questa la linea decisa ad ampia maggioranza dall'assemblea di tutti gli iscritti. Se quindi nella riforma sarà introdotta nei confronti dei magistrati l'azione diretta di chi si sente danneggiato, scatterà la protesta.

Sulle altre riforme del governo che non piacciono alla toghe, a cominciare dal dl sul processo civile, che contiene anche il taglio delle ferie dei magistrati, non ci sarà invece alcuno sciopero. Previste, tuttavia, forme di protesta più soft: l'11 dicembre assemblee in tutti i distretti giudiziari e il 17 gennaio una "giornata della giustizia" con le porte dei tribunali aperte ai cittadini. Ma la richiesta di fondo resta quella al governo di "un incontro urgente" per essere "effettivamente ascoltati e avere serie e concrete risposte".

Orlando: "Nessun attacco all'indipendenza delle toghe" - "La modifica della legge Vassalli non è un attacco all'indipendenza dei magistrati, bensì un intervento a tutela dei cittadini". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, replicando ai timori all'Anm. "Noi - ha aggiunto - siamo sempre disposti al dialogo e quindi ascoltiamo le esigenze della magistratura emerse anche oggi durante l'assemblea dell'Anm. In particolare per quanto riguarda gli organici e il personale amministrativo".