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Protezione civile, arriva Gabrielli

Il prefetto Franco Gabrielli è il nuovo capo del Dipartimento della Protezione Civile.

L'ex direttore del Sisde (ora Aisi) ed ex prefetto dell'Aquila, era al Dipartimento dal 15 maggio come vice di Guido Bertolaso. Quest'ultimo, in pensione da giovedì, sul sito del Dipartimento, scrive: "Scendo dalla nave della Protezione Civile con la coscienza a posto, alla faccia di tutti coloro che per me hanno voluto una realtà di vergogna, indegnità, disonore".

"Sono arrivato portandomi dietro la mia bandiera d'Italia stracciata, tenuta insieme un po' dalla cornice e molto dalla mia voglia di farla sventolare sulle mie azioni di ogni giorno - prosegue Bertolaso nel congedarsi - E me la porto via con la certezza assoluta di non aver aggiunto un solo strappo, una sola macchia di fango a quel simbolo del mio lavoro per lo Stato e per gli italiani".

Bertolaso: "Sarà difficile far bene protezione civile"
"Fare protezione civile, cioè occuparsi con ostinazione dei problemi reali e della loro soluzione, realizzata e non solo annunciata o raccontata, non è facile con questo clima, con queste modalità di gestione complessiva dello Stato e della società", scrive ancora Bertolaso. "Oggi, la competenza sulla protezione civile è diventata una materia importante, fa gola a molti in tutte le diverse coalizioni che governano le nostre Regioni, le Province, i Comuni più grossi".

Nella lunga lettera Bertolaso parla poi di Gabrielli. "Scendo dalla nave e il mio posto sarà da oggi occupato dal nuovo Capo del Dipartimento, che è salito a bordo, senza neppure rendersene conto, nelle prime ore dopo il terremoto dell'Aquila e poi ha avuto la pazienza e il coraggio di restare accanto a me anche dei difficili mesi di quest'anno. E' il mio successore, il mio erede".

Poi aggiunge "gli lascio due medaglie d'oro, e il sacrosanto diritto di reclamare la terza". "Gli lascio - continua - un Servizio Nazionale che ha dato il meglio di sè in Abruzzo in tutti i campi, quando siamo riusciti per la prima volta nelle grandi tragedie italiane a non far scrivere a nessuno che i soccorsi erano in ritardo, che qualcuno non aveva ricevuto subito aiuto".