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Inchiesta Bari, "altra spazzatura"

Berlusconi replica alle nuove accuse

Ferma presa di posizione del premier Berlusconi dopo le notizie apparse sul Corriere della Sera in relazione a una nuova inchiesta della procura di Bari su alcune feste organizzate a palazzo Grazioli e a Villa Certosa.

"Ancora una volta si riempiono i giornali di spazzatura e di falsità. Io non mi farò condizionare da queste aggressioni e continuerò a lavorare come sempre per il bene del Paese", ha detto il presidente del Consiglio.

Al centro dello sfogo del premier un'indagine della procura di Bari sugli appalti ad un'impresa locale nel corso della quale sarebbero emerse storie di ragazze che, a pagamento, avrebbero frequentato feste e si sarebbero trattenute per la notte nelle residenze del presidente del Consiglio Berlusconi a Roma e in Sardegna. Per il quotidiano di Via Solferino, potrebbe essere proprio questa la "scossa al governo" della quale ha parlato D'Alema nei giorni scorsi. 

Gli accertamenti, scrive il Corsera, sono stati avviati qualche mese fa e riguarderebbero l'attività della Tecnohospital, azienda specializzata in tecnologie ospedaliere e guidata dai fratelli Giampaolo e Claudio Tarantini. E sarebbe proprio Giampaolo "ad aver parlato - si legge sul Corsera - durante alcuni colloqui telefonici, delle feste alle quali era invitato dal premier. E in particolare sarebbero stati captati diversi contatti con ragazze che venivano invitate nelle residenze di Berlusconi per partecipare a questi eventi. A suscitare l'interesse dei magistrati è stato il riferimento al versamento di soldi".

Sempre "Il Corriere della Sera" riporta l'intervista a Patrizia D'Addario, candidata nelle liste di Puglia prima di tutto, schieramento inserito nel Popolo della Libertà alle ultime elezionicomunali a Bari. "Mi hanno messo in lista perché ho partecipato a due feste a palazzo Grazioli. Ho le prove di quello che dico", sostiene la donna, che ha contattato il quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli di sua iniziativa. La D'Addario riferisce di essere stata a Palazzo Grazioli, per la prima volta, "a metà dello scorso ottobre" dietro un compenso di 2000 euro di cui, dice, ne ha ricevuti solo "mille perché non ero rimasta" per la notte. Cosa che invece, secondo la donna accadde in un'altra occasione, la sera dell'elezione di Barack Obama.

Capezzone: "Gli italiani non ci cascano"
''Da Noemi a Patrizia, da Repubblica  al Corriere, da D'Avanzo alla Sarzanini. Cambiano protagonisti, testate e firme, ma la sostanza è sempre la stessa: un mix di voci e indiscrezioni dalle procure, storie presentate o presentabili come poco chiare, e il tentativo di rimettere il Premier al centro di una situazione sgradevole''.

''Da tempo - afferma Capezzone - ho descritto il piano b scelto da questi signori. Svanita la speranza dei soliti noti di disarcionare il presidente del Consiglio, dalla guerra aperta si è passati alla guerriglia, ad una strategia di avvelenamento quotidiano della discussione pubblica". "Ma questi signori si sbagliano, perché gli italiani non cascano in questi tranelli'', conclude Capezzone.

I dubbi di Ghedini: "D'Alema era a Bari"
L'avvocato del premier e deputato del Pdl Niccolò Ghedini è tornato oggi sulle "scosse" evocate domenica da D'Alema durante la trasmissione di Lucia Annunziata: "D'Alema era a Bari (domenica pomeriggio mentre era in collegamento con In mezz'ora, ndr) e il fatto che abbia dato questa indicazione e che poi siano usciti questa intervista e questo articolo effettivamente fa pensare. Nella vita accadono le più straordinarie coincidenze, e questa è davvero straordinaria se è una coincidenza. Se non lo è se ne occuperà la magistratura al momento opportuno".