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Camera, Fini contro i "pianisti"

ʼʼOgni due mani, un solo votoʼʼ

Tenere tutte e due le mani del parlamentare impegnate a esprimere il voto, in modo che una non possa essere dirottata sul banco del vicino assente.

E' questa la proposta del presidente della Camera Gianfranco Fini, per risolvere il problema dei ''pianisti''. Per votare, i deputati dovranno premere contemporaneamente due pulsanti, posti ''a distanza congrua'' l'uno dall'altro, in modo che ognuno possa votare solo per se stesso.

La proposta di Gianfranco Fini è stata approvata all'unanimità dall'Ufficio di presidenza di Montecitorio e passa ora all'esame dei Questori, che entro dieci giorni si dovranno pronunciare sulla soluzione tecnica più adeguata a risolvere il problema. Quella del leader di An, infatti, non è l'unica soluzione anti-pianisti emersa durante la riunione. Tra le altre, l'installazione di un sistema di voto tramite rilevazione delle impronte digitali, già ipotizzata dall'allora presidente Pier Ferdinando Casini nel 2002. Cui si è aggiunta l'idea inedita del leghista Giacomo Stucchi: installare sotto la sedia dei deputati un sensore dello stesso tipo di quelli presenti nelle auto, che fanno scattare l'allarme in caso di mancato allacciamento delle cinture di sicurezza. Per attivare il sensore ed essere abilitato al voto il parlamentare dovrebbe essere necessariamente seduto e non potrebbe percio' alzarsi per votare anche per il vicino di scranno.

Qualunque decisione prendano i Questori, cui è stato chiesto di esaminare anche i sistemi adottati in altri Paesi, l'intenzione di Gianfranco Fini è di arrivare a una decisione entro l'estate, in modo che ad agosto in Aula possano essere eseguiti i lavori necessari a installare il nuovo meccanismo. ''Abbiamo imboccato la strada buona - ha detto soddisfatto il vicepresidente della Camera Rocco Buttiglione  - L'iniziativa è condivisa da tutti. Ci sono i presupposti perché a partire da settembre dei pianisti non sentiremo più parlare''.