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Mario Mauro: "Amnistia per Silvio Berlusconi" Ma il Pd: "Non è nell'interesse dell'Italia"

Il ministro della Difesa del governo Letta rilancia lʼidea del Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, e propone un gesto "di realismo" per "arrivare ad un atto di clemenza di iniziativa delle Camere"

Ansa

Un'amnistia generale potrebbe essere la soluzione indiretta della vicenda della decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi dopo la condanna per frode fiscale nel processo Mediaset. Dopo il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, la rilancia il titolare della Difesa, Mario Mauro, dal Meeting di Rimini, proponendo un gesto "di realismo" per "arrivare ad un atto di clemenza di iniziativa delle Camere, un'amnistia". Il Pd boccia l'ipotesi.

"Occorre ripristinare il senso dello stare insieme, che non è nelle corde naturali del centrodestra e del centrosinistra, è evidente, ma è qualcosa cui si è obbligati per le circostanze che il Paese sta vivendo", dice Mauro in una intervista pubblicata dal Sussidiario.net, dopo avere richiamato i contenuti del messaggio di Giorgio Napolitano del 13 agosto.

Mauro prosegue dicendo che questa "sarebbe la premessa sulla quale far germogliare una armonia, requisito indispensabile per parlare di giustizia, e arrivare ad un atto di clemenza di iniziativa delle Camere, cioè un'amnistia. Questa  e lo dico a titolo personale  è l'unica alternativa reale a un confronto politico immaginato per troppo tempo senza esclusione di colpi. Da una parte e dall'altra".

Il Pd boccia l'amnistia - Non la pensa così però il Partito democratico, che boccia invece l'idea. "Come già più volte dichiarato nelle scorse settimane, siamo nettamente contrari a un provvedimento di amnistia", dicono Danilo Leva, responsabile Giustizia e Sandro Favi, responsabile Carceri del Pd. "La tempistica del provvedimento - spiegano - fa tra l'altro sorgere il dubbio che l'emergenza che il Pdl vuole affrontare non riguarda tanto le sorti della popolazione carceraria italiana quanto quelle di una sola persona, Berlusconi. E' l'unica cosa che interessa al Pdl. Ma non è nell'interesse dell'Italia". E Davide Zoggia, della segreteria del Pd, rincara la dose: "Il Pdl insiste nel cercare dal Pd ciò che non può ottenere, perché è contro la legge. E' ora di dire basta. E di finirla anche con i continui ripescaggi dell'idea di amnistia per salvare Berlusconi. Sta diventando una storia indecente, oltre che imbarazzante per coloro che avanzano queste proposte".

Cancellieri favorevole - Sempre sul tema dell'amnistia, senza riferimenti però diretti alla vicenda Berlusconi, era intervenuta sempre al Meeting di Rimini anche il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri: "La mia opinione personale è favorevole all'amnistia, oltre che per motivi umanitari anche perché ci darebbe l'opportunità di mettere in cantiere una riforma complessiva del sistema penitenziario; ma come ho detto più volte è un provvedimento che tocca al Parlamento. Mi rimetto alla scelta politica".

Intervenendo allo stesso dibattito della Cancellieri, Luciano Violante del Pd si era detto invece contrario al provvedimento, perché rappresenterebbe solo una soluzione tampone per il problema delle carceri e sarebbe inopportuno. Più duro Massimo D'Alema, che intervenendo a una festa del Pd ha detto: "Berlusconi dovrebbe dimettersi. E prima o poi lo farà".

Il Pdl accoglie naturalmente con favore le apertura all'amnistia: "La proposta della Cancellieri è condivisibile. Il blocco dell'amnistia sta producendo conseguenze inaccettabili. Su questo terreno non si può procedere secondo schematismi ideologici, ma deve prevalere il senso di umanità", scrive in una nota Fabrizio Cicchitto.

Per la portavoce del Pdl alla Camera, Mara Carfagna, la applicabilità della legge Severino determina la incandidabilità e la decadenza dei condannati. "Il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge Severino è la scelta più giusta", scrive su Twitter.