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Ucraina, Putin scatena la sua vendetta: bombe e missili su Kiev e altre città

Kiev, Leopoli, Ivano-Frakivsk, Dnipro, Odessa: la Russia risponde con il fuoco all'attacco al ponte in Crimea. Almeno 14 morti. Impiegati anche droni kamikaze

Ucraina, Putin scatena la sua vendetta: bombe e missili su Kiev e altre città - foto 1
Ansa

L'Ucraina si è svegliata sotto le bombe russe, dopo che la Russia ha lanciato una serie di attacchi su tutto il Paese.

Oltre a Kiev, colpita l'ultima volta a giugno, le truppe di Mosca hanno lanciato missili in varie centri, fra cui Leopoli, Zhytomir, Khmelnitsky, Dnipro e Odessa. E anche Kryvyi Rih, città natale del presidente Volodymyr Zelensky, attaccata nuovamente in serata da droni kamikaze. Un raid su vasta scala voluto dal presidente russo Vladimir Putin in risposta agli atti definiti di "terrorismo" da parte ucraina, compreso quello al ponte di Crimea. Sono almeno 14 i morti oltre cento i feriti totali.

 

Ucraina, serie di esplosioni nel centro di Kiev: morti e feriti

 

Sull'Ucraina si abbatte una raffica di quasi 100 missili e 17 droni kamikaze lanciati su due terzi delle regioni del Paese, con almeno 11 morti e 89 feriti, infrastrutture strategiche distrutte, blackout di massa, incendi ed esplosioni. E il terrore che dopo mesi torna nel cuore della capitale.

 

L'inferno scatenato dalla Russia dopo l'attacco alla penisola simbolo delle annessioni, per cui Putin ha pubblicamente accusato i servizi di Kiev, fa ripiombare l'Ucraina nel baratro dopo settimane di speranza per i successi della controffensiva nell'est e a sud. "Stanno cercando di distruggerci e spazzarci via dalla faccia della terra", ha denunciato Zelensky. Dal canto suo il presidente russo rivendicava "massicci attacchi alle infrastrutture energetiche dell'Ucraina", definendola al pari di "un'organizzazione terroristica", e la Difesa russa annunciava che "gli obiettivi dei raid di precisione sono stati raggiunti".

 

 

Il fronte (filo)russo - L'attacco con camion-bomba al ponte di Crimea, i cui pilastri secondo Mosca saranno riparati già entro il fine settimana, ha provocato la dura reazione di Putin, che ha minacciato una "dura risposta" se ci saranno altri attacchi da parte dell'Ucraina. Al netto anche delle voci di un presunto golpe ai suoi danni. "Questo è solo il primo episodio", gli ha fatto eco il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, inserito insieme a Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, nella lista dei ricercati da parte dell'intelligence ucraina. Putin ha trovato la (scontata) solidarietà da parte del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, che ha annunciato lo schieramento al confine di un gruppo congiunto di truppe di Minsk e Mosca.

 

 

La condanna dell'Occidente - Un'escalation che l'Occidente ha condannato compatto, ribadendo l'impegno a restare al fianco di Kiev finché servirà. "Questi attacchi hanno ucciso e ferito civili e distrutto obiettivi senza scopo militare e mostrano ancora una volta l'assoluta brutalità della guerra illegale di Putin", ha accusato il presidente americano Joe Biden. Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, l'Alleanza "continuerà a sostenere il coraggioso popolo ucraino nella lotta contro l'aggressione del Cremlino per tutto il tempo necessario". Il presidente francese Emmanuel Macron ha visto nei raid un "cambiamento profondo della natura di questa guerra, mentre l'Italia si è detta "inorridita dai vili attacchi missilistici".

 

 

Le richieste ucraine e le minacce russe - Zelensky è tornato poi a chiedere forniture urgenti di armi pesanti, annunciando la sua partecipazione a una riunione urgente del G7. Mosca però minaccia ancora. Per Putin, se Kiev continuerà a compiere attacchi terroristici sul suolo russo, la risposta sarà ancora più dura. Questi bombardamenti sono solo un "primo episodio" di rappresaglia, ha rincarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, chiedendo il "totale smantellamento" del potere politico ucraino. E intanto, in un crescendo continuo di tensione, dopo il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, Gazprom ha annunciato di avervi trovato nel 2015 congegni esplosivi riconducibili alla Nato.

 

 

Gli attacchi russi in Ucraina - A Kiev, il tempo sembra tornato indietro ai giorni più bui della scorsa primavera. Alte colonne di fumo si sono levate dal centro, le stazioni della metropolitana sono tornate rifugi d'emergenza per la popolazione tra continui allarmi aerei, e tanti missili sono piovuti in un parco giochi, vicino al palazzo presidenziale e nella via degli uffici degli 007, oltre che sull'ufficio visti dell'ambasciata tedesca, fortunatamente vuoto. Attacchi compiuti anche con droni kamikaze iraniani, lanciati in parte dalla Bielorussia, ha affermato l'esercito ucraino, mentre tornano a crescere i timori di un coinvolgimento diretto di Minsk nel conflitto.

 

 

Le conseguenze sulla rete elettrica - I raid russi, che hanno colpito infrastrutture critiche in 12 diverse regioni oltre alla città di Kiev, hanno parzialmente interrotto la fornitura di elettricità in 15 oblast, tra cui Leopoli, Kiev e Zaporizhzhia, dove ha sede la centrale nucleare più grande d'Europa, già a forte rischio di incidenti. Pesante è stato il contraccolpo alle reti energetiche dell'Ucraina, che fino a tarda sera ha dovuto fare i conti con un vero e proprio "stress test", con la popolazione invitata a ridurre al minimo i consumi, lasciando spente stufe elettriche, caldaie, bollitori e altri elettrodomestici per non appesantire la domanda e mettere a rischio la tenuta del sistema. Tutto questo mentre il ministero dell'Energia ha annunciato lo stop alle forniture di elettricità assicurate da luglio ai Paesi Ue a causa dei danni inflitti dai missili a diverse fra centrali e sottostazioni elettriche del Paese.

 

Taglie ucraine sulle teste dei russi - In attesa di una risposta militare all'escalation, Kiev ha intanto messo nella lista dei suoi criminali ricercati molti dei vertici del potere a Mosca, dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitri Medvedev all'influente portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.

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