guerra senza quartiere

Dalla nascita dell’idillio alla rottura definitiva tra Trump e Musk

Come si è arrivati allo scambio di accuse e minacce che segnano la fine del rapporto tra il presidente Usa e il patron di Tesla

06 Giu 2025 - 13:11

"Gli ho chiesto di andarsene ed è impazzito. Il modo migliore per risparmiare nel bilancio è porre fine ai sussidi e ai contratti governativi di Elon". "Ingrato, gli ho fatto vincere le elezioni. E il nome di Trump è nei file Epstein". Se già i primi segni di un'incrinatura dei rapporti tra Trump e Musk erano emersi, si consuma così, in maniera fragorosa, con uno scontro senza quartiere, la rottura definitiva tra il presidente americano e l'ormai ex "first buddy".

L'inizio dell'alleanza

 Se nell'ultimo anno l'immagine di Trump e Musk come alleati è diventata consueta non è sempre stato così. I primi segnali di avvicinamento tra Trump e Musk arrivano infatti solo dopo il tentato assassinio del tycoon durante un comizio in Pennsylvania lo scorso luglio. Il patron di Tesla cambia in questo momento completamente approccio e, dopo aver più volte criticato Trump e sostenuto pubblicamente la candidatura di Ron DeSantis, con un tweet su X dichiara di "sostenere pienamente il Presidente Trump e sperare in una sua rapida guarigione". Dalle parole Musk passa ai fatti, con la creazione di un comitato d'azione politica, esplicitamente a sostegno della campagna elettorale di Trump. 

Da questo momento Musk diventa una figura di riferimento nell'orbita di Trump, non solo per l'ingente sostegno finanziario che offre al tycoon (con almeno 270 milioni di dollari spesi per la campagna elettorale), ma anche come consigliere politico e fervido sostenitore pubblico, comparendo spesso a fianco di Trump nei comizi.

Musk e il suo ruolo nell'amministrazione Trump

 Dopo l'elezione di Trump, l'ascesa di Musk diventa quasi inarrestabile. Il patron di Tesla è presente al giuramento presidenziale, viaggia a bordo dell'Air Force One, soggiorna nella storica Lincoln Bedroom della Casa Bianca e partecipa alle riunioni di Gabinetto. Per lui Trump crea il ruolo di "special government employee", affidandogli il DOGE, il "Department of Government Efficiency", con il compito di "snellire l'efficienza governativa". Nei quattro mesi in cui ricopre questo ruolo Musk è sempre al centro della scena, nel bene e nel male: dal saluto nazista alla motosega di Milei, passando dalla Casa Bianca trasformata in una concessionaria di lusso per vendere una Tesla. 

L'incrinatura del rapporto Musk-Trump

 A fine maggio Musk lascia il suo ruolo all'interno dell'amministrazione Trump e nonostante i "saluti" vogliano mostrare un sodalizio ancora vivo ("Elon è fantastico! Sarà sempre con noi e ci aiuterà ogni giorno", dice infatti il tycoon), i segnali della crisi sono più che evidenti. Musk non ha mai nascosto infatti critiche alla politica dei dazi voluta da Trump, parlandone come la causa principale di una possibile recessione per l'economia Usa. Le tariffe doganali hanno inoltre colpito anche Tesla che, pur producendo la maggior parte dei suoi veicoli negli Stati Uniti, si avvale della componentistica cinese.

Ulteriore colpo al sempre più complicato rapporto arriva poi con il  maxi-accordo ad Abu Dhabi con l'OpenAI di Sam Altman, ex socio di Musk  divenuto arcinemico. Secondo il Wall Street Journal, il miliardario, venuto a sapere che l'amministratore delegato di OpenAI avrebbe seguito Trump nel suo viaggio negli Emirati Arabi, decide di aggiungersi alla delegazione del presidente per cercare, inutilmente, di bloccare l'accordo. Musk e Altman hanno co-fondato OpenAI nel 2015 ma le loro strade di sono poi separate per divergenze sulla gestione della non profit. Da allora sono nemici e Musk ha avviato un'azione legale contro OpenAI e il suo piano di riorganizzazione.

Il siluramento infine Jared Isaacman a capo della Nasa, candidato sponsorizzato personalmente da Musk, di cui è amico e socio in affari, suona come l'ennesimo passo per allontanare sempre di più dall'amministrazione Trump gli uomini legati al patron di Tesla. Il cambio di cavallo per l'Agenzia spaziale è vista da molti come una vendetta del presidente per le bacchettate di Musk.

La rottura definitiva sul "Big Beautiful Bill"

 La "fiammata" tra i due giganti è però esplosa sulla legge di bilancio. Per Musk, il "Big Beautiful Bill" di Trump rischia di aumentare il deficit federale e rappresenta una "disgustosa abominazione". Musk si è quindi lamentato di come il disegno di legge non gli sia mai stato mostrato e sia stato approvato "nel cuore della notte".

La risposta di Trump non si è fatta attendere. Dopo giorni di silenzio di fronte alle lamentele di Musk sulla sua piattaforma X, Trump contrattacca dall'Ufficio Ovale, dichiarandosi "molto deluso da Musk" e sottolineando di averlo "aiutato molto". La reazione del patron di Tesla è ancora più esplosiva, scatenando una serie di risposte in tempo reale sui social media, trasformando l'incontro di Trump con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, incentrato sulla guerra Russia-Ucraina, in un'arena per la loro faida personale. E arriviamo così agli ultimi tempestosi scambi con la minaccia di Trump di danneggiare gli affari di Musk, le risposte sarcastiche di quest'ultimo, l'accusa secondo cui il nome di Trump si trova nei "dossier Epstein" e che questa sarebbe la "vera ragione per cui non sono stati resi pubblici", e infine al "sostegno social" a un utente che ipotizza l'impeachment per il presidente Usa.

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