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Troppo stress: ecco che cosa succede nel nostro corpo

Vivere in un perpetuo stato di allerta è logorante e nocivo per la salute

Istockphoto

Lo stress è il meccanismo di difesa che la natura ha messo a punto per difenderci dagli attacchi esterni.

Quando percepiamo la vicinanza di un pericolo, il nostro organismo libera una serie di sostanze che stimolano prima l’attenzione, poi la paura e l’istinto “combatti o fuggi”: quando l’allarme cessa tutto torna come prima e il corpo si riposa. Quando siamo stressati, invece, viviamo in uno stato di allerta continuo, anche quando il pericolo è solo immaginario: se tutto questo si protrae a lungo, la nostra salute può subire danni anche seri. Ecco che cosa accade dentro di noi se siamo troppo stressati e perché è indispensabile imparare a rilassarsi.

CHE STRESS! - Lo stress è il modo in cui il nostro organismo risponde a una serie i segnali esterni percepiti come di potenziale allerta, oppure davanti a compiti emotivi, cognitivi o sociali che percepiamo come un carico eccessivo, al quale temiamo di non saper far fronte. Il termine stress è stato impiegato per la prima volta nel 1936 da Hans Selye, il quale lo ha definito come “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”: in pratica significa che si tratta della reazione in presenza di un evento esterno considerato pericoloso o eccessivo rispetto alle risorse che si possono mettere in campo per contrastarlo. L’emozione può riguardare anche eventi di per sé positivi, ma carichi di significati che generano incertezza, come il matrimonio, una nascita in famiglia o una promozione sul lavoro. Lo stress di per sé non è un fatto negativo: tutti noi abbiamo constatato che, quando ci troviamo sotto pressione, lavoriamo addirittura meglio di quanto non accada in condizioni di relax: l’importante è che il periodo in cui ci troviamo in tensione non duri troppo a lungo, altrimenti può lasciarci sfibrati e logorati. 

 

GLI ORMONI DELLO STRESS - Quando percepiamo una minaccia, il nostro organismo libera una serie di sostanze che attivano la risposta “combatti” oppure attivano l’istinto di fuga. I principali ormoni dello stress sono l’adrenalina e il cortisolo: quando vengono rilasciati nel flusso sanguigno hanno l’effetto di far salire la frequenza e la pressione cardiaca, i muscoli si fanno più tesi e la mente diventa più lucida e vigile: tutto il corpo, insomma si attiva per una imminente lotta o per la fuga più precipitosa. Il cortisolo, in particolare, determina l'aumento del rilascio nel sangue di glucosio e lipidi che forniscono l'energia necessaria a sostenere la reazione di attacco o di fuga; questa sostanza, inoltre riduce alcune funzioni del corpo considerate in quel momento non indispensabili, come la digestione, per dare sostegno ad altri organi vitali, in primo luogo al cervello. Tutto questo dura per il tempo necessario a fronteggiare l’allarme, poi si ritorna allo stato normale. Fin qui, tutto bene: il problema si pone quando l’allerta non si disattiva e l’organismo non torna nelle condizioni di riposo. Il periodo che stiamo attraversando, in cui alle normali preoccupazioni della vita quotidiana si assomma il contino stato di allarme generato dalla pandemia e, nelle ultime settimane, l’ansia legata allo stato di guerra, mettono a dura prova le nostre capacità di “disattivare” le sensazioni di emergenza e recuperare lo stato di serenità di cui abbiamo bisogno per vivere bene e in benessere. Ma qualcosa dobbiamo fare e, per fortuna, è possibile. 

 

I RISCHI  – Il sistema cardiovascolare è il più esposto ai danni causati dagli stati di stress prolungato. Alti livelli di cortisolo nel sangue possono portare a disturbi del sonno e persino a squilibri nel senso di fame-sazietà, con il rischio di cadere nella spirale della fame nervosa e di un aumento di peso anche importante. Gli ormoni dello stress possono inoltre causare un indebolimento del sistema immunitario, lasciando l’organismo più esposto agli attacchi di agenti patogeni; l’ansia può anche essere somatizzata a livello del sistema digerente, sotto forma di bruciore di stomaco, crampi e altri disturbi intestinali e perfino il sistema riproduttivo può essere coinvolto. 

 

IL BURNOUT - Il termine significa, alla lettera, “bruciato completamente”; in italiano potremmo tradurlo con “esaurito” o, in modo più familiare, “scoppiato”. La parola indica in ogni caso lo stato in cui si trova chi, soprattutto in ambito lavorativo, vive uno stato continuo di ansia, assenza di motivazione accompagnata da disturbi fisici tra cui stanchezza cronica, insonnia, nausea e difficoltà a superare anche malattie banali come un semplice raffreddore. Si tratta di una sindrome riconosciuta anche dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. 

 

COME DIFENDERSI – È chiaro, dunque, che difendersi dallo stress è il miglior regalo che possiamo fare alla nostra salute. Lo stress non è una malattia, per cui non esistono farmaci specifici per curarlo: gli esperti suggeriscono però alcune soluzioni per evitare che la tensione raggiunga livelli eccessivi e dannosi: in primo luogo è necessario individuare la causa (o le cause) che generano la preoccupazione e, se possibile, rimuoverle; se lo stress è legato a una situazione di beve durata, può essere utile imparare tecniche di rilassamento, che ci aiutino a superare il momento difficile e a “tener duro”. Un livello elevato e prolungato di stress, invece, può essere ridotto facendo ricorso a tecniche di mindfulness, rilassamento, meditazione. Un ruolo importante può essere rivestito dall'attività fisica, che rilascia endorfine e distrae la mente dai pensieri troppo assillanti. Se tutto questo non basta, occorre invece consultare uno specialista.

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