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"Frenemy": l'amica-nemica da cui imparare a guardarsi

Come riconoscere una falsa alleata e, possibilmente, prendere le distanze da lei

"Frenemy": l’amica-nemica da cui imparare a guardarsi  - foto 1
Istockphoto

Che cos’è una frenemy? La parola può suonarci estranea, ma di certo nella nostra cerchia di conoscenze ne abbiamo almeno una: la frenemy è l’amica-nemica, così chiamata dall’unione di due parole inglesi, friend, amico, e enemy, nemico.

In sintesi, si tratta di una persona che noi reputiamo alleata e confidente, che nelle chat ci manda abbracci e cuoricini, alla quale confidiamo anche i nostri pensieri segreti, ma che poi si rivela ostile e traditrice. Per questo è fondamentale riconoscerla al più presto e, soprattutto, imparare a difendersi da lei.

UN OSSIMORO CARICO DI SENTIMENTI L’ossimoro è una figura retorica in cui nella stessa frase, in questo caso nella stessa parola, si accostano due termini dal significato opposto. L’amica-nemica ci racconta una storia molto più intensa della semplice falsa amica: quest’ultima è una persona che ci inganna, facendosi passare per quello che non è, ossia nostra alleata, che almeno ogni tanto rivela il suo vero volto e ci mette in sospetto. Una frenemy è più subdola: è una dissimulatrice capace di attirarci e conquistarci, per pugnalarci poi alle spalle, lasciandoci a terra. Ha un tocco di perversione e di crudeltà che alla falsa amica “semplice” in fondo manca. Una falsa amica ci farà qualche dispetto, come consigliarci male quando si va a fare shopping, o “dimenticarsi” di avvisarci che il ragazzo dal quale cominciamo a sentirci attratte è in realtà già fidanzato. La frenemy è più sottile, più perversa e capace di agire con assoluta premeditazione: ci farà credere di essere pronta a sostenerci nelle situazioni difficili, ma ci lascerà andare da sole allo sbaraglio in situazioni delicate, è quella che tira il sasso e ritira la mano, è quella che di tutto perfino per rubarci il fidanzato. La falsa amica può peccare qualche volta di stupidità, la frenemy solo di cattiveria. 

 

COME RICONOSCERLA – Dopo aver ben compreso chi è, alzi la mano chi non ha avuto almeno una frenemy nella vita. Può averla incontrata sul lavoro, a scuola, oppure nella propria cerchia di amici e persino in famiglia. Il risultato è lo stesso: quando esce allo scoperto ci lascia con un problema più o meno grave da ricucire nella nostra quotidianità e con il peso della delusione nell’aver valutato male la persona. Individuare una frenemy può essere però molto difficile: in una prima fase, infatti, può comportarsi davvero come un’amica, e persino considerarsi tale, tanto che ci fideremo di lei a occhi chiusi. A un certo punto, però, si verificano degli eventi che la portano a maturare nei nostri confronti un risentimento più o meno profondo, tanto da far scattare il mister Hyde che è in lei. Per questo, quando ci troviamo in presenza di comportamenti sconcertanti di quella che consideravamo una cara amica, interroghiamoci subito: nella nostra storia comune, le abbiamo fatto qualche torto o si sono verificati episodi capaci di giustificare una trasformazione? Potrebbe anche non trattarsi di uno sgarbo da parte nostra, ma di un fatto del tutto esterno, come aver intrapreso una relazione con un uomo interessante, o aver goduto di un avanzamento in carriera. Se a questo punto cominciano a verificarsi una serie di dispetti, come non rispondere ai nostri messaggi e telefonate, ignorarci con ostentazione quando ci si trova in compagnia, rivelare ad altri qualcosa che le abbiamo confidato chiedendo di tenerselo per sé, è il momento di stare in guardia.  

 

COME DIFENDERSI – Quando cominciano a comparire questi segnali, in prima battuta saremo comprensibilmente portate a cercare di ricomporre le divergenze: in fondo siamo amiche, parlarsi con franchezza dovrebbe sistemare le cose e salvare un rapporto al quale teniamo. Se però, se la nostra ex-amica si è trasformata in una frenemy DOC, faremo solo il suo gioco: il chiarimento le varrà la riconquista della nostra fiducia e le darà la possibilità di colpirci ancora. La soluzione vera e definitiva, specie se si verificano episodi gravi che ci feriscono e ci imbarazzano, è dividere al più presto le rispettive strade e interrompere ogni incontro, ingoiando il dispiacere di aver perso una persona che ci era cara. Se poi è impossibile evitare di frequentarsi, ad esempio perché apparteniamo alla stessa cerchia familiare o allo stesso gruppo di lavoro, è indispensabile circoscrivere i rispettivi ambiti e limitare il più possibile le occasioni di incontro-scontro. Utilizziamo i messaggi al posto della conversazione a voce (per lo meno resterà traccia scritta degli accordi presi), manteniamoci sempre all’interno di una cortese formalità, senza accettare provocazioni, ma senza lasciarci mettere i piedi in testa. E se proprio le cose vanno male, prepariamoci un repertorio di battute, tra il serio e lo scherzoso, con cui uscire dignitosamente di scena. Con freddezza e senza sbattere la porta. 

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