Classe 1966, riservata, non ama le telecamere. Ma le immagini della sua emotività sugli spalti, durante i match del figlio, hanno fatto il giro del mondo
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Siglinde Sinner, madre del numero uno del tennis mondiale Jannik Sinner, è una figura che incarna riservatezza e dedizione familiare. Nata nel 1966 a Sesto Pusteria, in Alto Adige, di madrelingua tedesca, Siglinde ha conquistato i riflettori non per scelta, ma per il suo legame strettissimo con il figlio, che ha scritto la storia del tennis italiano con la vittoria a Wimbledon, primo italiano a riuscirci. L'abbraccio tra i due dopo la vittoria è tra le immagni più belle di Wimbledon.
Gli scatti della sua emotività sugli spalti, durante i match del figlio, hanno fatto il giro del mondo, diventando virali sui social per la genuina ansia e la gioia che trasmette.
Insieme al marito Hanspeter, Siglinde ha gestito per anni il Rifugio Fondovalle in Val Fiscalina, dove lei si occupava dell’accoglienza in sala e lui della cucina. La coppia, poi, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, ha trasformato la propria passione per l’ospitalità in un’attività imprenditoriale con Haus Sinner, una casa vacanze con diversi appartamenti. Una vita semplice, lontana dai riflettori, che riflette l’umiltà di una famiglia catapultata sotto i riflettori grazie al talento di Jannik.
Siglinde è nota per il suo approccio discreto: non ama la ribalta e sostiene il figlio senza mai esercitare pressione. “I primi sci mio figlio li ha messi a tre anni. È naturale: nasci nella neve e vuoi provare a sentire quanto è calda”, ha raccontato a Repubblica, ricordando gli inizi di Jannik, quando lo sci sembrava la sua strada prima della svolta verso il tennis. La madre, insieme al marito e al figlio adottivo Mark, nato in Russia nel 1998 e accolto in famiglia a nove mesi, è stata una presenza costante, senza mai interferire con le scelte sportive del campione.
Nonostante il sostegno, Siglinde fatica a contenere l’emotività durante le partite di Jannik. Spesso inquadrata dalle telecamere, il suo volto esprime tensione e speranza. Durante un match contro Tommy Paul al Centrale di Roma, dopo aver visto il figlio perdere il primo set, ha preferito lasciare la tribuna per calmare l’ansia, confessando di non riuscire a seguire certe partite dal vivo e di preferire la tv.
Impossibile non fare un paragone con la Virginia Garfia Escandon, madre di Carlos Alcaraz. Le due donne sono molto diverse tra di loro. Riservata e discreta Siglinde, più media addicted Virginia. La prima non ama le telecamere e si limita a soffrire con il figlio sugli spalti. La seconda, invece, appare nella docuserie Netflix per raccontare la vita del figlio. Non solo. Stando a quanto riportato dal Corriere, è proprio lei ad amministrare i guadagni del figlio.