Dal cuore sotto pressione al mito del "restare incastrati", dalle banali cadute dal letto agli strappi muscolari e ai crampi: ecco quello che c'è da sapere
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Matthew McConaughey ha recentemente raccontato che suo padre morì improvvisamente durante un rapporto sessuale con sua madre. Una storia che colpisce perché ribalta l’immagine più comune della sessualità, legata alla vita e all’energia, trasformandola in un episodio di confine, dove eros e morte si sfiorano. Un dettaglio che sorprende, fa riflettere e apre una domanda scomoda, ma inevitabile: può davvero il sesso diventare mortale? Ecco i rischi nascosti del piacere.
Il sesso non è uno sport olimpico, ma è comunque uno sforzo fisico: battito cardiaco che accelera, pressione che sale, muscoli che si tendono. In persone con problemi cardiaci latenti, arterie già compromesse o altri fattori di rischio (ipertensione, obesità, età avanzata) può scattare un infarto. Uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association ha rilevato che il rischio relativo di infarto nelle due ore successive a un rapporto sessuale raddoppia o triplica, ma l’aumento assoluto resta bassissimo per chi gode di buona salute. Un'altra ricerca dello Stockholm Heart Epidemiology Programme conferma che gli individui sedentari hanno più probabilità di incorrere in problemi, mentre chi è allenato riduce sensibilmente il rischio.
Rapporti particolarmente intensi, scarsa lubrificazione o penetrazioni mal direzionate possono causare piccole lacerazioni della mucosa vaginale. Nella maggior parte dei casi si tratta di episodi lievi, ma se il sanguinamento è abbondante o persistente può essere necessario un controllo medico.
Secondo alcune storie popolari, durante il rapporto la vagina si può contrarre al punto da non permettere la fuoriuscita del pene: il cosiddetto "penis captivus". È un’immagine che incuriosisce e fa sorridere, ma la comunità scientifica la considera più leggenda che realtà. I casi documentati sono rarissimi e spesso contestati dagli stessi medici.
Non c’è osso, ma spesso un "crack" udibile: la cosiddetta frattura del pene non è solo un modo di dire ma esiste davvero, ed è un’emergenza urologica. Avviene quando la tunica albuginea che avvolge i corpi cavernosi cede durante l’erezione, di solito per un movimento troppo vigoroso o per una posizione troppo "atletica". Gonfiore, dolore acuto e deformazione sono i segnali tipici. In questi casi serve un intervento chirurgico tempestivo per evitare danni permanenti.
Durante l’atto sessuale la pressione arteriosa cresce, così come l’attivazione del sistema nervoso simpatico. Per persone predisposte — ad esempio con aneurismi o malformazioni vascolari — il rischio, seppur minimo, esiste: in rari casi può scatenarsi un ictus o un’emorragia cerebrale.
Il sesso può lasciare anche ricordi meno gravi ma ugualmente spiacevoli. Gli strappi muscolari e i crampi sono tra i più frequenti: un movimento improvviso o una posizione mantenuta troppo a lungo possono trasformare la passione in dolore acuto, con fastidi soprattutto a schiena e inguine.
Non mancano gli incidenti “banali”, come le cadute dal letto. Più comuni di quanto si immagini, finiscono talvolta nei referti del pronto soccorso con contusioni, distorsioni e, nei casi peggiori, fratture. Ci sono poi le lesioni del collo o della schiena, conseguenza di posture forzate o di colpi di frusta involontari: l’epilogo può essere un torcicollo che dura giorni o una lombalgia da trattare con riposo e fisioterapia.
Chi soffre di patologie respiratorie, come asma o apnee notturne, può andare incontro a crisi durante lo sforzo sessuale. Sono episodi rari, ma la letteratura medica li riporta e invitano a non sottovalutare la propria condizione di salute.
Infine, esistono anche i rischi di natura allergica. Preservativi in lattice, lubrificanti o spermicidi possono provocare irritazioni locali, gonfiori e, in casi eccezionali, reazioni più serie. È un aspetto meno noto, ma che fa parte delle possibili complicazioni legate all’intimità.
Insomma, tralasciando i casi di pratiche erotiche estreme, che sono un pericolo di per sé, il rischio è concreto in pazienti con patologie cardiache note, insufficienza coronarica o recente infarto, in chi presenta dolore toracico durante sforzi moderati o pressione non controllata, in persone sedentarie che affrontano l’attività sessuale come uno "sforzo improvviso".
Per non avere spiacevoli sorprese, la regola numero uno è sempre la stessa: mantenersi in forma con attività fisica regolare riduce gran parte delle complicazioni. Inoltre, una buona comunicazione con il partner e una lubrificazione adeguata (anche artificiale) evitano traumi e dolori. Chi soffre di disturbi cardiaci, invece, dovrebbe chiedere consiglio al proprio medico senza imbarazzi. E comunque, per tutti, è sempre bene prestare attenzione a segnali come dolore, sanguinamenti o gonfiori anomali: meglio un controllo in più che uno in meno.
L’episodio raccontato da Matthew McConaughey, dunque, resta un caso limite ma utile a ricordare che anche il sesso, simbolo di vitalità e intimità, comporta rischi rari ma reali. Conoscere il proprio corpo, ascoltare i segnali e non trascurare la prevenzione significa vivere la sessualità in modo consapevole, libero e sicuro.