Voglia di buono

Fame nervosa: come combatterla anche in tempi di Covid

La noia e lo stress possono spingerci a cercare conforto nel cibo: le strategie per resistere

20 Apr 2021 - 05:00
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© Istockphoto  | La fame nervosa è un impulso ad assumere cibo che non dipende dalla sazietà ma da uno stimolo della mente© Istockphoto  | La fame nervosa è un impulso ad assumere cibo che non dipende dalla sazietà ma da uno stimolo della mente© Istockphoto  | La fame nervosa è un impulso ad assumere cibo che non dipende dalla sazietà ma da uno stimolo della mente© Istockphoto  | La fame nervosa è un impulso ad assumere cibo che non dipende dalla sazietà ma da uno stimolo della mente

© Istockphoto | La fame nervosa è un impulso ad assumere cibo che non dipende dalla sazietà ma da uno stimolo della mente

© Istockphoto | La fame nervosa è un impulso ad assumere cibo che non dipende dalla sazietà ma da uno stimolo della mente

Siamo stanchi e stressati dal continuo stato di incertezza e dalla noia delle restrizioni legate al Covid 19: la maggior quantità di tempo che trascorriamo in casa e la mancanza delle nostre attività consuete, a cominciare da quelle con cui trascorriamo piacevolmente il tempo libero, possono spingerci a cercare conforto nel cibo o addirittura a mangiucchiare in continuazione. È la cosiddetta fame nervosa, uno stimolo continuo che parte non dallo stomaco ma dalla mente, e ci porta ad aprire compulsivamente il frigorifero. Dato che si tratta di un meccanismo molto comune, occorre riconoscerlo e imparare a gestirlo, se non vogliamo aggiungere chili e chili alla nostra silhouette. 

NON È UN FATTO DI SAZIETÀ – La ricerca di continua soddisfazione nel cibo non ha niente a che vedere con il senso di sazietà. È un impulso che possiamo provare anche al termine di un pasto soddisfacente: deriva infatti da un meccanismo compulsivo, noto in termini scientifici come Binge Eating Disorder, in italiano Disturbo da alimentazione incontrollata, che ci porta a cercare nel cibo un conforto o una soluzione a problemi che non hanno niente a che fare con l’alimentazione. Ciascuno ha un proprio cibo consolatorio preferito: c’è chi si abbuffa di patatine e salatini, chi invece affoga la sua ansia nei cioccolato o nei dolciumi. Quello che hanno in comune i cibi consolatori è il fatto che si solito sono cose che abbiamo a portata di mano e che non si tratta di cibi sani. Tutte le calorie che assumiamo in questo modo si sommano al nostro bilancio quotidiano: gli effetti possono essere nefasti, vista anche l’obiettiva difficoltà che abbiamo in questo periodo nel fare attività fisica e bruciare almeno una parte dell’energia ingurgitata. 

LA VOLONTÀ NON BASTA – Come tutti gli impulsi profondi, la fame nervosa è difficile da controllare: più che forza di volontà occorre consapevolezza. Sorvegliamo noi stessi e prestiamo attenzione alla situazione in cui di solito insorge lo stimolo a mangiucchiare: siamo stanchi, oppure nervosi, o ancora spaventati e insoddisfatti? Il primo passo sta, naturalmente, nel riconoscere la causa del nostro stress, per quanto è possibile; a quel punto, sempre nei limiti del possibile, possiamo cercare di trovare una soluzione al problema che non comporti… un passaggio in dispensa. 

IN LOCKDOWN (O QUASI) – Per combattere gli attacchi di fame, il modo più semplice è imbrogliare il nostro cervello. Ad esempio, possiamo coglierlo di sorpresa con un sapore diverso da quello che si aspetta, ad esempio con un sottaceto quando ci sentiamo attratte dal cioccolato o con qualche fragola invece che aprire una confezione di patatine fritte. Se amiamo cucinare, dedichiamoci alla ricerca di nuove ricette che ci portino a nutrirci meglio, anziché mangiare di più. Una bella passeggiata a passo veloce, o addirittura una mezz’ora di jogging al parco più vicino, per fortuna non ci sono negate neanche in zona rossa e ci permettono di bruciare energie, migliorando il nostro umore; una chiacchierata via Skype con un’amica senza muoverci dal divano di casa può aiutarci a distrarre la nostra mente dal pensiero della solitudine e dall’idea del gelato che riposa nel freezer di casa. 

UNA DISPENSA “TATTICA” – Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, dice il proverbio: il fatto di avere in frigorifero o in dispensa solo cibi sani eviterà di stuzzicare la nostra “voglia di buono” con alimenti spazzatura per noi irresistibili alla semplice vista. Teniamo invece una piccola scorta di snack salutari alla quale attingere nei momenti difficili. Ad esempio, possono essere utili le verdure e la frutta croccanti, che ci regalano la soddisfazione di sgranocchiare senza appesantirci di calorie. 

LA FAME SERALE – La sera, tra l’ora del dopo cena e il momento di andare a dormire, è una delle situazioni in cui la fame nervosa colpisce di più. Per gestire il problema proviamo a verificare se la nostra alimentazione durante la giornata è stata adeguata e regolare: se abbiamo saltato il pranzo o trascurato l’equilibrio dei nostri ritmi alimentari è più facile cadere vittime della fame nervosa: organizziamo meglio i nostri pasti quotidiani per avere sempre il giusto apporto di nutrienti. Se la smania di cibo è legata al senso di solitudine, dato che le visite agli amici ancora ci sono precluse, cerchiamo di tenerci in contatto per telefono o in video chiamata; pianifichiamo qualche attività interessante a cui dedicare la serata, come un hobby creativo, un corso online divertente o una buona lettura. Non è male neppure fare un po’ di ginnastica in casa, possibilmente prima di cena, perché l’attività fisica non andrebbe praticata dopo le ore  21 per non disturbare il sonno. A mali estremi, una tisana calda o un tè deteinato sono un modo pratico e veloce per mettere tranquillo lo stomaco, almeno per un po’. 
 

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