Sono trascorsi oltre centoquindici anni dalla sera in cui Arturo Toscanini, al Teatro Regio di Torino, diresse la prima rappresentazione dell'opera. Da quel 1° febbraio 1896, l'opera pucciniana continua ad attrarre irresistibilmente il pubblico dei teatri di tutto il mondo. Oltre alla musica di grandissimo impatto e di fascino inesauribile, l'opera ha dalla sua parte un tema che Il tema è di quelli che sa parlare alle epoche e alle generazioni più diverse: i bohémiens sempre alle prese con fame e freddo ma senza perdere il sorriso sulle labbra sono una potente metafora di giovinezza, la cui allegria spensierata non è ancora stata spenta dalle asprezze della vita; lo scontro tra le illusioni, i sogni, le speranze di gioventù e la dura realtà dell'esistenza è un tema universale, nel quale chiunque può facilmente rispecchiarsi.
L'opera ha incontrato fin dal suo esordio il favore del pubblico, ma non quello della critica. La vicenda viene dalla letteratura, il fortunato romanzo di Murger Scènes de la vie de bohème apparso a puntate nel 1845-49, che mescolava fiction e vita. La vicenda ha come protagonisti un gruppo di giovani artisti, sognatori e squattrinati: il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard e il filosofo Colline, impegnati allegramente nella lotta contro il freddo e con il l'urgenza di trovare risorse per pranzare la vigilia di Natale. All'arrivo di Mimì, il primo personaggio femminile a fare la sua comparsa in scena, il destino d'amore suo e del poeta Rodolfo appare predestinato già nel corso del loro primo dialogo. Intorno alla coppia si dispiega una Parigi in festa, con un'esplosione di voci, colori, ritmi e timbri eccitati. Qui compare anche il secondo personaggio femminile, Musetta, capricciosa e buona; lascia teatralmente un anziano protettore per ricongiungersi al suo Marcello.
Il terzo quadro cambia bruscamente lo scenario: è puro impressionismo pittorico, con un'orchestrazione velata come il paesaggio di nebbia e neve, arabeschi gelati di flauti e arpa, voci intirizzite dell'alba, presagio struggente. Mimì e Rodolfo si dicono addio: La ragazza è malata e la povertà la uccide, dice Rodolfo a Marcello. Mimì, non vista ascolta il dialogo tra i due amici e comprende che la sua malattia è mortale. In un incalzare di motivi, i due amanti ricordano i loro gesti quotidiani, la cuffietta rosa del primo incontro. La scena si chiude con un litigio graffiante fra i quattro personaggi, che ha il merito di smorzare l'atmosfera. Si torna alla soffitta: Rodolfo e Marcello fanno del loro meglio per mascherare la solitudine, ma un duetto esprime il dolore per l'amore perduto. I quatto amici si scatenano anche in gioco d'allegria fittizia, che si spezza nel dramma: irrompe Musetta, che accompagna Mimì in fin di vita. Il cuore s'allarga al ritorno, l'orchestra si scalda, ma è un addio, con lo sfaldarsi dei temi richiamati, segno della giovinezza che muore.
L'opera va in scena al Teatro alla Scala di Milano il 26, 28 settembre ~ 1, 4, 8, 10, 12, 19, 22, 24, 26 ottobre 2012. Biglietti: da 187 a 12 euro
Direttore Daniele Rustioni
Regia e scene Franco Zeffirelli ripresa da Marco Gandini
Costumi Piero Tosi ripresi da Alberto Spiazzi
Orchestra e Coro del Teatro Alla Scala
Coro di voci bianche dell'Accademia Teatro Alla Scal
Maestro del Coro Bruno Casoni
Personaggi e interpreti principali
Rodolfo Piotr Beczala (26 sett.; 1, 10, 19, 22, 24, 26 ott.)
Vittorio Grigolo (28 sett.; 4, 8, 12 ott.)
Mimì Angela Gheorghiu (26 sett.; 1, 4, 8 ott.)
Anna Netrebko (19, 22 ott.)
Maria Agresta (28 sett.; 24, 26 ott.)
Anita Hartig (10, 12 ott.)
Musetta Ellie Dehn (26 sett.; 1, 4, 8, 19, 22 ott.)
Pretty Yende (28 sett.; 10, 12, 24, 26 ott.)
Marcello Fabio Capitanucci (26 sett.; 1, 4, 8, 19, 22 ott.)
Mario Cassi (28 sett.; 10, 12, 24, 26 ott.)
Colline Marco Spotti (26 sett.; 1, 4, 8, 19, 22 ott.)
Marco Vinco (28 sett.; 10, 12, 24, 26 ott.)
Schaunard Massimo Cavalletti
Benoît Domenico Colaianni
Alcindoro Matteo Peirone
Per informazioni: www.teatroallascala.org.