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Piloti cassintegrati ma con stipendi dʼoro allʼestero: 36 denunciati

Oltre allʼindennità Inps, che arrivava fino a 11mila euro al mese, lavoravano regolarmente per compagnie aeree straniere percependo stipendi fra i 13 e i 15mila euro mensili

aereo cabina pilota piloti
-afp

In Italia risultavano in cassa integrazione, e per questo percepivano dall'Inps un'indennità fra i 3 e gli 11mila euro mensili; ma all'estero lavoravano regolarmente per altre compagnie aeree percependo uno stipendio tra i 13 e i 15 mila euro. Per questo 36 piloti italiani sono stati denunciati dalla guardia di finanza di Roma. L'inchiesta non è chiusa, e le Fiamme gialle stanno valutando la posizione di un migliaio di persone.

Le indagini della guardia di finanza di Roma e del gruppo di Fiumicino hanno accertato una truffa ai danni dello Stato per 7 milioni e mezzo di euro: i 36 piloti, tutti italiani e tutti con esperienze di volo sugli aerei di linea, erano stati messi in cassa integrazione e in mobilità e per questo percepivano l'indennità Inps. Disoccupati per l'Italia, i piloti lavoravano però regolarmente per compagnie estere. E per continuare a fruire degli ammortizzatori sociali, sostiene la Gdf, fin dal 2009 avevano o "dimenticato" di comunicare il nuovo lavoro all'Inps o presentato false dichiarazioni in cui sostenevano di non avere altri rapporti di lavoro.

Le indagini sono partite seguendo le tracce lasciate da un pilota in cassa integrazione, che lavorava per una scuola di volo di Roma, e si sono allargate agli altri piloti, individuati grazie all'incrocio dei dati forniti dallo stesso Inps con le informazioni ottenute dalle compagnie straniere che fanno scalo in Italia.

Dagli accertamenti è emerso che oltre alle indennità - pari all'80% della retribuzione riferita agli ultimi 12 mesi di lavoro - i piloti ricevevano dalle compagnie straniere un regolare stipendio mensile oscillante tra i 13mila e i 15mila euro, a seconda dell'esperienza maturata e delle abilitazioni possedute. Non solo: il contratto con le compagnie prevedeva anche una serie di benefit, come l'alloggio e la retta di iscrizione dei figli a scuola.

L'Inps ha immediatamente sospeso le indennità ai piloti coinvolti nelle indagini e avviato le procedure per il recupero degli importi percepiti indebitamente. I 36 piloti sono inoltre stati denunciati all'autorità giudiziaria e alla Corte dei Conti.

Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno anche individuato una diffusa evasione alla cosiddetta "imposta sul lusso", la tassa introdotta sugli aerotaxi nel 2012 dal decreto Monti. In sostanza è emerso che le somme pagate dai passeggeri restavano nelle tasche dei vettori che sistematicamente omettevano di girarle al fisco. Da una prima ricostruzione, solo sullo scalo di Ciampino, sarebbero una ventina le società che hanno violato gli obblighi di legge, per un importo di circa 1,2 milioni.