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Yara, colpita al collo e soffocata

Terminata l'autopsia, ripartono le indagini sulla morte di Yara Gambirasio.

Non sono state trovate tracce di violenza, ma gli inquirenti ritengono che la pista da battere sia quella "sessuale". L'esame del Dna verrà affettuato su dieci persone con precedenti per violenza. Intanto, è dato quasi per certo che la giovane sia stata prima colpita al collo e poi soffocata. Per gli inquirenti, è possibile che sia stato un cacciavite l'arma del delitto.

In attesa di riscontri, niente violenza
Si è conclusa all'Istituto di medicina legale di Milano la parte più importante dell'esame autoptico condotto sui resti di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra (Bergamo) il cui cadavere è stato trovato sabato scorso. Le analisi anatomopatologiche proseguiranno oggi e nei prossimi giorni per ottenere eventuali evidenze e riscontri. L'obiettivo è avere indizi utili da comparare poi con una rosa di profili di persone sospette. Secondo le prime indiscrezioni, gli anatomopatologi non avrebbero rilevato tracce di violenza sessuale, cosa peraltro già ipotizzata nel corso della prima prima ispezione effettuata al momento del rinvenimento del cadavere. Una deduzione che derivava dal fatto che la ragazza avesse ancora indosso vestiti e biancheria: questo fa pensare che il rapitore abbia ucciso Yara prima di riuscire a usarle violenza, forse a causa di una sua reazione. Non si sa invece se sul corpo siano state tracce biologiche dell'omicida, cosa che sarebbero di importanza fondamentale per le indagini.

L'ipotesi del soffocamento
Tra le ipotesi al vaglio dei medici legali che hanno eseguito l'autopsia c'è anche quello della morte per soffocamento. Secondo indiscrezioni l'esatta causa della morte non è infatti stata accertata. Le lesioni riscontrate, compatibili con coltellate, sono quattro sulla schiena, che non sono state la causa del decesso, e una più profonda al collo. Ma da una serie di altri segni non si esclude l'ipotesi del soffocamento.

Esperti al lavoro
Ancora al lavoro la squadra di anatomopatologi e medici legali incaricati dell'esame autoptico sul corpo di Yara Gambirasio, la ragazza di 13 anni trovata senza vita sabato pomeriggio dopo tre mesi di ricerche. Conclusa l'autopsia all'Istituto di medicina legale di Milano in via Mangiagalli. Ci vorrà invece qualche giorno per avere l'esito delle analisi di laboratorio eseguite da un genetista e da un tossicologo.

Parroco a messa: "No a parole di odio e vendetta"
Circa 2mila persone hanno partecipato alla fiaccolata e alla messa organizzate a Brembate Sopra per Yara Gambirasio. Tutti i compagni di scuola hanno partecipato mentre i genitori di Yara, che sono rimasti a casa, hanno voluto ringraziare "tutti coloro che in questi mesi ci sono stati vicino", attraverso le parole del parroco, Don Corinno Scotti. Il sacerdote: "Giusto chiedere giustizia ma non dobbiamo avere parole di odio e di vendetta".

I volontari in silenzio stampa dopo le polemiche
Mentre monta la polemica sull'accuratezza delle ricerche, dopo le prime indiscrezioni su una certa confusione nella mappatura delle aree battute è stato imposto il silenzio stampa a tutti i volontari. "Non e' giusto che vengano dette queste cose - commenta uno di loro -. Noi ci siamo fatti un mazzo così per quasi tre mesi e non ci possono tirare una croce addosso perché non siamo professionisti. Io faccio un altro mestiere e quando arrivo a casa sono stanco morto". "Noi siamo manovalanza - gli fa eco un altro con in testa un cappello da ex alpino -, come veniamo usati non dipende da noi. Lo sapevo che alla fine avrebbero fatto lo scaricabarile su di noi".