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Mafia,annullato carcere duro a boss

Tribunale Roma revoca il 41bis a Ganci

Il boss stragista palermitano Domenico Ganci, detenuto da 15 anni a Rebibbia per scontare diverse condanne all'ergastolo, non è più sottoposto al regime 41bis di carcere duro.

Lo hanno stabilito i giudici del tribunale di sorveglianza di Roma accogliendo la richiesta dei suoi legali. Il capo clan mafioso, accusato di oltre 40 delitti e considerato uno dei piu' pericolosi sicari di Cosa nostra, ha trascorso il capodanno da detenuto "normale".

Domenico, detto Mimmo, Ganci deve scontare diverse condanne all'ergastolo, molte delle quali definitive, in particolare per le stragi e alcuni delitti eccellenti compiuti in Sicilia. Tra queste la strage di Capaci del 1992. Il boss è figlio del capomandamento della Noce, Raffaele Ganci, stretto alleato di Totò Riina.

La sentenza ha immediatamente suscitato vive reazioni dal mondo politico. C'è chi, come il deputato regionale siciliano Salvino Caputo, ritiene che "bisogna sottrarre ai magistrati di sorveglianza la competenza a valutare la revoca del regime carcerario previsto dall'art. 41bis dell'ordinamento penitenziario. E affidarlo ad un Ufficio centrale unico a livello nazionale". L'indignazione sorge poi in chi osserva che un boss, condannato all'ergastolo per stragi e ritenuto responsabile di ben 40 omicidi, venga considerato da un Tribunale della Repubblica non piu' pericoloso. Caputo riferisce di aver chiesto al ministro per la Giustizia, Angelino Alfano, di valutare una riforma sul sistema di revoca del 41bis.