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La compagna: Alberto Bevilacqua "ostaggio"
della clinica dove è ricoverato da ottobre

Per autorizzare il trasferimento in ospedale serve la firma di un parente e congiunto. Ma nessuno si fa avanti. La sua donna sporge denuncia per ottenere giustizia

Dal Web

Si sono aggravate le condizioni di Alberto Bevilacqua, ricoverato in una clinica privata a Roma tre mesi fa per uno scompenso cardiaco. Le condizioni dello scrittore appaiono preoccupanti, con un'infezione alle vie respiratorie che compromette le funzioni vitali. Ma il caso è finito sul tavolo di un pm: il 78enne necessita del trasferimento in una struttura pubblica ma per farlo è necessaria la firma di un parente o di un congiunto. La compagna non può e ha sporto denuncia.

La donna, Michela Macaluso, come riportato dal Corriere della Sera, ha depositato in Procura una denuncia nei confronti della casa di cura “Villa Mafalda”. Secondo l'esposto, lo scrittore sarebbe ostaggio della struttura privata che, nonostante il peggioramento del paziente, non ha ancora provveduto a trasferirlo.

Lesioni colpose? 
I magistrati hanno già aperto un inchiesta per lesioni colpose nei confronti dei medici della casa di cura. Sequestrate la documentazione e la cartella clinica del paziente. La Macaluso ha scelto di rivolgersi ai magistrati nella speranza che l'autorità giudiziaria riesca a sbloccare il trasferimento. L'avvocato, Giuseppe Zaccaria, sostiene che questa misura sia l'ultima speranza di "salvare la vita a Bevilacqua".

"La mia cliente - dice il legale al Corriere - è angosciata e stupefatta. Malgrado l'emergenza infatti, i medici di Villa Mafalda continuano a non provvedere al trasferimento in un'altra struttura in grado di offrire allo scrittore le dovute cure specifiche"

Bevilacqua e la Macaluso non sono sposati e per tanto la firma della compagna per il trasferimento non avrebbe nessun valore. Ma oltre al danno come sempre non può mancare la beffa, Michela Macaluso si è appena vista recapitare una lettera dalla direzione di “Villa Mafalda” dove si comunica che la retta per i tre mesi di ricovero è pari a 640mila euro.

 La clinica: “Non stiamo trattenendo in alcun modo il prof”

La direzione della casa di cura Villa Mafalda fa sapere in una nota : “Il prof. Bevilacqua è ricoverato presso la nostra struttura dall'ottobre 2012 dove è giunto in condizioni disperate" "Solo grazie alla perizia dei sanitari e l' adeguatezza della struttura il paziente é ancora vivo”. "Non è stato violato alcun protocollo"

La famiglia è sempre stata d'accordo

“Le terapie sono state prestate sempre in accordo con la sorella, Anna Bevilacqua, con la sig.ra Macaluso e addirittura il consulente medico di quest'ultima, il prof. Mauro Cacciafesta, che ha confermato l'adeguatezza delle terapie prestate consigliando di continuare lo stesso iter terapeutico''. " Bevilacqua, il Paziente si trova ricoverato per espresso desiderio della famiglia. Villa Mafalda si riserva di tutelarsi in tutte le sedi opportune per dimostrare la completa infondatezza di quanto dichiarato dalla signora Macaluso''.