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Naufragio Pantelleria, "soccorsi in ritardo"

Il comandate peschereccio: "Lasciati in acqua 15 ore"

Francesco Malavolta

"Li hanno fatti morire.

Li ho chiamati tra le 18 e le 19: perché sono passate 15 ore prima che li soccorressero?". Il comandante del peschereccio testimone della tragedia consumatasi sugli scogli di Pantelleria, Antonio Grimaudo, si scaglia contro la Guardia Costiera. "Perché non hanno mandato due motovedette veloci e basse per trasbordarli?", ha aggiunto a "La Repubblica".

"Quel barcone è stato avvistato da un altro peschereccio che non riusciva a comunicare, mi hanno chiamato via radio informandomi che 200 persone erano in balia del mare", ha spiegato a "La Repubblica" il comandante del peschereccio "Cosimo Aiello". "Ho chiamato le capitanerie di Palermo e Pantelleria, erano le 16 di martedì, mi hanno risposto che avrebbero mandato subito una nave...", ha proseguito.

Stando al racconto di Grimaudo, il barcone è stato raggiunto dalla nave della marina militare "Minerva" circa due ore dopo e da una motovedetta tunisina, che si è subito allontanata quando si è accorta che a bordo c'erano solo persone di colore. Per ore nessuno si è però avvicinato all'imbarcazione carica di immigrati.

"La nave Minerva ci consigliava di stare lontani perché quel barcone poteva entrare in collisione con noi e altri pescherecci che stavano pescando in quel tratto di mare", ha spiegato ancora il comandante del "Cosimo Aiello". "Così ho richiamato la capitaneria di porto, chiedendo che inviassero delle motovedette piccole e veloci adatte al trasbordo - ha aggiunto -. Mi hanno detto che stavano partendo da Pantelleria, ma non sono mai arrivate".

"Ho continuato a chiamare la capitaneria, mi sono avvicinato al barcone e ho cercato di rassicurare le persone a bordo, dicendo loro che i soccorsi stavano arrivando", ha proseguito. "L'imbarcazione era ingovernabile e la Minerva si è messa accanto tentando di dirigerla verso Pantelleria - ha concluso Grimaudo -. Soltanto la mattina ho saputo che il barcone si era arenato e che erano morte due donne. Quelle persone si potevano salvare, il trasbordo si poteva fare, se avessero mandato le motovedette, il mare era buono".

La capitaneria: "Soccorsi immediati"
La capitanerie, da parte sua, spiega che le operazioni di soccorso sono state condotte nel miglior modo possibile: "il barcone - scrive in una nota il capitano di vascello Vittorio Alessandro - allorché segnalato alle Autorità italiane, è stato immediatamente raggiunto da una nave della Marina militare, che lo ha assistito fino all'arrivo della motovedetta Cp 877 di Pantelleria, espressamente dedicata al soccorso".

Peraltro, prosegue l'ufficiale, "In tutto il corso della rotta, dal punto di intercettazione alla imboccatura del porto di Pantelleria, il barcone ha navigato autonomamente e senza denunciare particolari problemi a bordo, e che pertanto sarebbe stata controproducente la manovra del trasbordo la quale, molto pericolosa in mare aperto nei confronti di barche sovraccariche, si esegue soltanto nelle ipotesi estreme di unità alla deriva o di improrogabile intervento sanitario.

Infine, la capitaneria sottolinea come "il peschereccio è rimasto in zona a svolgere normali attività di pesca e che l'assistenza dei mezzi preposti è stata prestata senza interruzione fino al drammatico epilogo, dovuto come è noto, ad un improvviso e finale scarto di rotta del barcone. Il generoso e documentato impegno dei marinai della Capitaneria di porto di Pantelleria, e di tutte le altre persone accorse al momento dell'incaglio (carabinieri, finanzieri, vigili del fuoco e volontari), ha evitato conseguenze ancor più drammatiche".