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Da lavoratori a stelle del calcio: quando la classe operaia sale al potere

Torricelli, Bacca, Vardy. Oltre agli allenatori Ferguson, Mourinho e Sarri. Fino al più recente caso di Andrea Nalini. In tanti si sono affermati a grandi livelli nel calcio dopo aver svolto altri mestieri

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Calciatori privilegiati e raccomandati ? Non sempre.

Sono molti i casi che hanno visto protagonisti calciatori e allenatori passati, prima di arrivare alla fama e al successo sui campi da gioco, dalle fatiche dei lavori più umili. L'ultimo è quello di Andrea Nalini, nuovo acquisto del Crotone neo promosso in Serie A, che ha fatto la "gavetta"come saldatore e magazziniere nel reparto wurstel di una grande azienda. Ma la lista è lunga...

Calciatori - I più conosciuti e affermati campioni-operai sono sicuramente Moreno Torricelli, Carlos Bacca e Jamie Vardy. Il primo, falegname ai tempi della serie D, passò dalla Caratese alla Juventus nel '92. Galeotta fu un'amichevole della squadra brianzola contro la Juventus di Trapattoni e Boniperti. Divenne una delle colonne bianconere degli anni '90, conquistando la bellezza di 10 trofei, tra cui una Champions Leaugue da migliore in campo.

Diversa la storia di Carlos Bacca. Da quando ha cinque anni aiuta il padre Gilberto al mercato del pesce di Puerto Colombia. Fino ai 23 anni, quando si alterna anche come controllore di biglietti sui bus nel pomeriggio. Alla sera, però, c'è solo il pallone. E arriva l'esordio nella massima serie colombiana con la maglia dello Junior de Baranquilla. Dopo la convocazione con la nazionale, c'è l'Europa: a Bruges nel 2011 l'esordio nel calcio che conta, due anni più tardi la consacrazione a Siviglia con due Europa League consecutive in bacheca e 34 gol in 72 partite. L'estate scorsa lo sbarco a Milano, sponda rossonera, per 30 milioni di euro ripagati con 20 gol.

Da libro cuore invece la carriera di Jamie Vardy. Il bomber inglese è passato, in soli quattro anni, dalla sesta serie inglese alla vittoria della Premier League con il Leicester di Claudio Ranieri. Vice capocannoniere dello scorso campionato inglese con 24 reti , prima di sgomitare e svettare nelle aree di rigore avversarie ha lavorato come operaio metalmeccanico presso alcune fabbriche di Sheffield, la sua città natale.

Sempre dal Regno Unito arriva la storia di Papiss Cissè, ex attaccante del Newcastle, appena traferitosi in Cina che prima di sbarcare nel calcio professionistico ha fatto, per tre anni, il guidatore di ambulanze in Senegal.


Allenatori - Chi avrebbe mai immaginato che il miglior allenatore del XXI secolo (secondo l'IFFHS, l'Istituto di storia e statistica del calcio) potesse nascere dalla cucina di un ristorante? É la storia di Sir Alex Ferguson, 49 trofei da allenatore tra Saint Mirren, Aberdeen e Manchester United. Lo scozzese ha lavorato come apprendista cuoco per un anno e mezzo. Aveva anche comprato un terreno con l'obiettivo di trasformarlo in un ristorante, ma il profumo dell'erba verde ha prevalso sugli odori della cucina.

Un caso simile quello di Nereo Rocco, il Paròn triestino campione d'Italia, d'Europa e del Mondo col Milan. Prima della panchina, la bottega. La macelleria di famiglia, gestita dal padre Giusto che non vuole che il figlio si allontani troppo. Perchè non si mangia di solo calcio. Ma il ragazzo è cocciuto e l'ostinazione lo porta a diventare Cavaliere della Repubblica nel 1958 e a entrare nella Hall of Fame del calcio italiano nel 2012.

Altri due strateghi della panchina come Josè Mourinho e Maurizio Sarri hanno un passato lavorativo. Il coach portoghese, neo allenatore del Manchester United, dopo essersi laureato all'Istituto superiore di educazione fisica di Lisbona, ha fatto per 5 anni il professore di ginnastica in varie scuole di Setubal. Chissà se torchiava e motivava i suoi allievi come ha fatto spesso, nella sua carriera da allenatore, con i suoi calciatori?

Il mister del Napoli, Maurizio Sarri, ha invece deciso, da un giorno all'altro, di lasciare un posto fisso come impiegato di banca per intraprendere la carriera da allenatore che prima era solo un passatempo. Forse la sua meticolosità tattica nasce proprio dai lunghi anni passati dietro uno sportello bancario.

Casi curiosi - C'è chi, invece, ha fatto, o tentato di fare, il percorso inverso. Dalla panchina alla ditta. É il caso di Michele Pini, terzino del Lumezzane, che ha lasciato la Lega Pro a soli 29 anni per andare a fare l'operaio in una ditta che produce stampi di alluminio. O quello di Emanuele Giaccherini, nuovo centrocampista del Napoli e della Nazionale, che nel 2008 stava per lasciare il calcio professionistico per essere stato messo fuori rosa al Cesena. Per lui erà già pronto un contratto da operaio-calciatore alle dipendenze del presidente del Bibbiena, titolare di una ditta di produzione di prefabbricati. Avrebbe conciliato la vita della fabbrica con quella del campo, ma senza i privilegi del mondo professionistico.