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Il diabete è un nemico della materia grigia: aumenta il rischio di demenza

Secondo ricercatori Usa il volume del cervello dei pazienti colpiti da questa patologia diminuisce, provocando disturbi neurologici

cervello, grafica
-afp

Il volume del cervello dei pazienti con diabete del tipo II diminuisce nel tempo, aumentando i rischi di demenza e altri disturbi neurologici. Lo dicono ricercatori Usa, che hanno condotto studi sul cervello di oltre 600 malati, colpito da diabete da almeno dieci anni. La patologia colpisce in particolar modo la materia grigia e, di conseguenza, la capacità decisionale, la memoria, la parola, le emozioni e l'autocontrollo.

Danni alla materia grigia - Gli studiosi della University of Pennsylvania hanno evidenziato una corrispondenza tra il diabete e le capacità celebrali di un malato. Più anni si "convive" con questa malattia, più i rischi di demenza aumentano. Il diabete avrebbe quindi effetti simili a quelli del morbo di Alzheimer, almeno riguardo la degenerazione cellulare. I ricercatori hanno analizzato con la risonanza magnetica il cervello di pazienti colpiti da almeno da 10 anni dal diabete II: l'area più colpita è risultata essere la materia grigia, quella che coordina capacità decisionali, di espressione e di autocontrollo.

Degenerazione con squilibrio di zuccheri - Lo studio, pubblicato sulla rivista Radiology, sottolinea come il diabete "colpisce il cervello in due modi, sia come sinora ritenuto creando danni alle piccole vene cerebrali, ma anche con la degenerazione delle cellule cerebrali in risposta a squilibri negli zuccheri".