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Ciro Esposito e Stefano Cucchi, drammi paralleli dell'Italia che non va

Due morti assurde che la cronaca ha riportato alla ribalta negli stessi giorni. Storie diverse che trovano dei punti in comune in un Paese dove qualcosa non funziona

cucchi, esposito
dal-web

Stefano e Ciro, Cucchi ed Esposito, due storie diverse che sono tornate negli stessi giorni a riempire le pagine dei giornali, e non solo.
Su quello che è successo al giovane romano, sulla sua morte senza nessun responsabile, sulla clamorosa sentenza di assoluzione, hanno ragione i familiari a gridare il loro dolore e la loro rabbia. "La sentenza rappresenta il fallimento della giustizia italiana", ha affermato la sorella Ilaria, alla quale fa eco l'amarissima ironia della madre: "Tutti assolti, non è successo niente. Stefano è vivo, adesso noi torniamo a casa e lo troviamo ad aspettarci".

Chiedono ragione anche i giudici della Corte d'Appello, che dicono no alla "gogna mediatica" e affermano che "il giudice penale deve accertare se vi siano prove sufficienti di responsabilità individuali e in caso contrario deve assolvere. E' quello che i giudici hanno fatto anche questa volta". Insomma, con quello che avevano in mano, i magistrati non potevano emettere una sentenza diversa da quella di assoluzione. Pretendono ragione anche i poliziotti, in particolare quelli del sindacato Sap, secondo i quali "bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità di chi abusa di alcol e droghe e vive ai limiti della legalità".

In nome di Ciro Esposito, invece, si temeva la vendetta dei tifosi napoletani per Napoli-Roma. Non è successo niente, e non doveva succedere niente, considerate le imponenti misure di sicurezza messe in campo per una partita di calcio. Rimarchiamo: per una partita di calcio. Eppure rimbombano ancora le parole dello striscione esposto dai supporter partenopei al San Paolo: "Ogni parola è vana... se occasione ci sarà non avremo pietà". Come a dire che è stato solo firmato un armistizio, ma di pace non si parla.

Cucchi ed Esposito, storie diverse ma drammi paralleli. Due morti assurde accomunate da conseguenze altrettanto assurde, specchio di un Paese che ha ancora troppe cose che non funzionano. Le terribili foto del cadavere di Stefano pubblicate dalla famiglia sono, ora più che mai, una disperata richiesta di giustizia. La vicenda di Ciro, nonostante i ripetuti appelli della madre nel segno della pace, sembra non aver allontanato l'incubo della violenza negli stadi. Se mai queste morti possono acquistare un senso, è giunto il momento di ricordarsi delle storie di Stefano e Ciro per fare in modo che il sacrificio assurdo -lo ripetiamo ancora- delle loro vite non rimanga vano. L'occasione non è stata però colta.