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Riforma reati fiscali, scoppia il caso del 3%: scudo anche per Berlusconi?

Secondo alcune interpretazioni, il leader di Forza Italia, caduta lʼinterdizione dai pubblici uffici, potrebbe ricandidarsi subito. Renzi: "Se è così pronto a cambiarla"

silvio berlusconi no tax day
agenzia

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto sui reati fiscali che consentirebbe anche a Silvio Berlusconi di vedersi cancellata la condanna a 4 anni nel processo Mediaset. Il premier Renzi replica: "Non mi pare realistico che una nuova legge possa cancellare una condanna passata in giudicato. Ma se dovesse essere possibile sono pronto a bloccare la legge e a cambiarla".

Un giallo cui si affianca, afferma Repubblica, lo scontro politico tra ministero dell'Economia e Palazzo Chigi. Per il legale del leader di Forza Italia Franco Coppi "la legge si può ben applicare a Berlusconi". Invece Nicolò Ghedini è d'avviso contrario.

Se la norma risulta essere com'è stata pubblicata sul sito del governo, la conseguenza pare scontata: se si facesse il processo adesso il reato di Berlusconi non esisterebbe più. Quindi può fare un "incidente di esecuzione" e far cadere la sentenza e con lei anche l'interdizione dai pubblici uffici. Conseguentemente se cade la sentenza, cade anche l'esclusione dalle candidature della legge Severino, che è solo una conseguenza della condanna.

La previsione normativa che potrebbe riguardare Berlusconiè contenuta nello "schema di decreto legislativo recante disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente", approvato di recente dal consiglio di ministro e pubblicato sul sito del governo.

Nel provvedimento è prevista l'introduzione, nel decreto 74/2000 sui reati tributari, di un art. 19-bis che esclude la punibilità "quando l'importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato o l'importo dell'imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al tre per cento dell'imposta sul valore aggiunto dichiarata".