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Jobs Act, proteste da Milano a Piombino Landini (Fiom): occuperemo le fabbriche

"Se Renzi pensa di fare il figo dandoci ottanta euro e se pensa che noi siamo i coglioni che accettano di firmare la riduzione, si sbaglia di grosso".

maurizio landini milano fiom
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"Siamo pronti ad occupare le fabbriche": lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, alla partenza del corteo contro il vertice Ue sul lavoro a Milano. Alla manifestazione partecipano sigle sindacali, lavoratori e centri sociali. "La precarietà non si combatte rendendo più facile il licenziamento ma con il tempo indeterminato e garantendo i diritti a tutti", ha aggiunto.

Jobs Act, proteste da Milano a Piombino Landini (Fiom): occuperemo le fabbriche

"Siamo pronti ad occupare le fabbriche perché ci chiedono di abbassare i salari. Se Renzi pensa di fare il figo dandoci ottanta euro e se pensa che noi siamo i coglioni che accettano di firmare la riduzione, si sbaglia di grosso", conclude Landini.

Flash-mob nella sede del ministero del Lavoro a Milano - Un blitz di protesta è stato effettuato intorno alle 10, a Milano, nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in via Mauro Macchi 9. Sul palazzo sono state lasciate scritte contro il Jobs Act e volantini contro la "speculazione sul lavoro", e su Renzi e la Merkel. Sul posto si trovano le forze dell'ordine mentre i manifestanti sono stati allontanati.

Lancio di alcuni petardi da esponenti dei centri sociali - Quattro petardi lanciati da esponenti dei centri sociali sono esplosi in via Marcantonio Colonna, a Milano. Uno di questi è stato spento con un estintore prima che potesse danneggiare un'automobile in sosta. Non si registrano danni di altro tipo.

A Piombino lavoratori vestiti da schiavi per dire no alla riforma -
Tute bianche a righe nere, catene ai polsi a simboleggiare la schiavitù, circondati da cartelli con scritto "Art.18 tagliato, lavoratore incatenato", ma anche "Lucchini, nemmeno un posto di lavoro può essere perso" e "Piombino deve tornare a produrre acciaio". E' cominciato così, a mezzanotte di oggi, il presidio di 24 ore messo in scena su un'aiuola all'ingresso di Piombino (Livorno) di 12 lavoratori, dipendenti della Lucchini, della Magona Arcelor Mittal, della Sol e delle ditte appaltatrici, vestiti da "schiavi", per dire no alla riforma del lavoro del governo Renzi in Senato.